È stato appiccato del fuoco alla moschea di Via Turazza, in zona Stanga a Padova, un centro culturale e di preghiera nato nel 2012 ad opera dell’Associazione Al-Hikma con l’obiettivo di insegnare la lingua e la cultura islamica ai figli dei migranti. L’edificio ha riportato soltanto lievi danni alla porta di ingresso grazie all’intervento tempestivo di una pattuglia dei carabinieri allertati dalle fiamme.

Indizi e sospetti

Da un primo intervento sul posto, è stato subito chiaro che si trattasse di un incendio di natura dolosa. Ancora ignoti i responsabili, ma da fonti investigative e da filmati forniti da una telecamera di sorveglianza nei pressi della moschea, i sospetti sarebbero rivolti verso una misteriosa figura incappucciata vestita di nero.

Tutto ha avuto inizio sabato 3 marzo, quando era stato ripreso un uomo che con fare sospetto si aggirava con uno scatolone in mano nei pressi dell’area ricreativa della moschea. All’interno vi era della carta imbevuta di un liquido accelerante individuabile dall'odore, probabilmente della benzina.

Il materiale gli sarebbe stato necessario all'attuazione del piano. Probabilmente disturbato dalla presenza di altre persone, ha poi abbandonato il cartone a terra, nella generale indifferenza, secondo la ricostruzione degli investigatori.

La domenica, l’uomo è poi stato visto tornare, forse per completare l’opera. Dapprima si è aggirato nei pressi della moschea, sempre imbracciando uno scatolone pieno di carta e liquido, in un secondo momento lo si nota accendersi una sigaretta per poi gettarla ancora accesa ai piedi della porta. Tracce di quello stesso liquido sono state poi rinvenute sul luogo dell’incendio, la cui matrice resta ancora sconosciuta.

La reazione del Comune

“La notizia dell’incendio ci lascia stupiti e sconcertati - spiega l'assessore al comune Marta Nalin - Fortunatamente non ci sono stati danni a persone e quelli alle cose sono stati limitati.

Un gesto sconsiderato e criminale contro un’associazione culturale che deve rimanere isolato e non può trovare spazio e giustificazione. Anche nel rispetto delle differenze di opinione riguardo alle sfide e ai cambiamenti che oggi ci troviamo ad affrontare. Per questo non possiamo permetterci di abbassare la guardia e come Amministrazione continueremo a impegnarci per favorire un dialogo che possa costruire una società sempre più inclusiva, senza costruire muri tra persone” ha concluso la Nalin.