Non è iniziato da molto questo nuovo anno, eppure è già segnato dalle strazianti urla della Siria. La roccaforte dei ribelli alle porte di Damasco è un cumulo di macerie, cadaveri e feriti. Strade tinte di rosso, case diventate polvere, macerie ovunque. Questo massacro non dà segni di tentennamenti.

Il bilancio di morti e feriti prima della “tregua”

Secondo i bilanci fatti al 24 febbraio, prima dell'approvazione della tregua da parte dell’Onu, i civili morti sarebbero più di 500 e tra questi più di 120 bambini. Queste le analisi della lunga settimana di bombardamenti alla Goutha orientale, secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani.

Numerosissimi i feriti sotto le macerie, per le strade e colpiti dagli incendi dei bombardamenti. Tra ospedali improvvisati e locali trasformati in obitorio, la Siria è ricoperta da cadaveri adulti e infantili.

La tregua dell’ONU violata

Era stata approvata una tregua dal Consiglio di sicurezza dell’ONU ma questa è stata violata dopo poche ore. La proposta chiedeva a tutte le parti una tregua umanitaria in tutto il Paese per una durata di 30 giorni e l’esclusione dei gruppi terroristici. Assad ha ribattuto dicendo che sarebbero state colpite solo le zone dei terroristi, evitando i civili. Il regime siriano avrebbe però continuato l’attacco violento contro la Goutha orientale. Missili sarebbero stati lanciati su diverse località: 6 su Harasta, 4 su Kafr Badna e 4 su Hamriya.

Due bombe avrebbero colpito Chifouniya (nei pressi di Duma). Sarebbero inoltre stati rilevati dei segni di soffocamento dovuto a gas al cloro in circa 15 civili, un bambino sarebbe morto. È dunque avanzato dall'Osservatorio il sospetto che il regime abbia lanciato un attacco chimico su Al-Shifuniyah. Alcuni testimoni hanno dichiarato di aver avvertito un forte odore di cloro in seguito ad un’esplosione.

Il regime di Damasco continua a negare l’uso di qualsiasi arma di natura chimica. Secondo il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, la notizia delle armi chimiche sarebbe un’idea di Assad per sabotare la tregua.

“I bambini non si toccano”: l’appello furioso su Facebook

I social adesso sono impazziti. Dappertutto si vedono decine e centinaia di fotografie di bambini morti, mutilati, disperati.

“Nessuno se ne cura – urla il web – perché lì non c’è petrolio”. Sono numerosissime le denunce lanciate sulla rete che incolpano “il mondo” di non curarsi delle tragedie che stanno avvenendo in quel paese del Medio Oriente. “In Siria si sta verificando la più grande tragedia della nostra epoca e tutti se ne sbattono”, dice un post su Facebook. Terribili le foto e i video che i vari post mostrano, immagini forti, a volte oscurate ma non censurare perché “il mondo deve vedere che cosa sta succedendo” strillano i titoli.

L’appello del Papa sul massacro: “La guerra è disumana”

Il Papa, al termine dell’Angelus, ha rivolto il suo appello affinché la violenza siriana cessi, dando la possibilità di accesso agli aiuti umanitari per far curare ed evacuare i feriti.

“Preghiamo – ha detto Papa Francesco- perché questo avvenga immediatamente”. Secondo il Papa questo febbraio sarebbe tra i più violenti in 7 anni di conflitti, troppe vittime. “Tutto questo è disumano - ha detto all’Angelus – non si può combattere il male con altro male e la guerra è male”.

USA e Russia tra accuse e “pause umanitarie”

Gli Stati Uniti hanno chiesto la fine immediata dell’offensiva per un urgente aiuto umanitario in Siria. Secondo Sarah Sanders, portavoce della Casa Bianca, il regime di Damasco avrebbe usato il gas per intensificare le attuali condizioni.

Sotto ordine del presidente Putin, il ministro della Difesa russo ha annunciato che dal 27 febbraio, dalle 9 alle 14 vi saranno delle “pause umanitarie” che dovrebbero permettere ai civili di abbandonare Ghuta est.