La guerra in Afghanistan, nonostante gli annunci ripetuti che la descrivono come praticamente terminata, in realtà prosegue e i numeri delle vittime sono sempre preoccupanti. L'Onu ha ora rilasciato dei dati in cui rivela che buona parte dei civili sono stati uccisi proprio dalle forze americane e da quelle del governo afgano. Le autorità delle forze armate USA replicano che fanno tutto il possibile per non colpire i cittadini comuni, ma i numeri raccontano un'altra storia.

Onu: 717 civili uccisi dalle forze Usa e governative

Il report della missione locale di assistenza delle Nazioni Unite, l'Unama (UN Assistance Mission in Afghanistan) rivela dei numeri ancora preoccupanti per il conflitto in Afghanistan. A quanto pare, infatti, la situazione non sembra affatto essersi avviata verso una risoluzione e il numero delle vittime è ancora estremamente alto.

Solo nella prima metà del 2019 le forze governative afgane e quelle degli Stati Uniti hanno ucciso 717 civili: il 31% in più rispetto a quelli eliminati l'anno prima. Gli insorti invece (definiti ancora "talebani", anche se ora molti giornali tendono a non usare più questo termine) ne hanno uccisi 531.

Il risultato insomma è evidente: le forze occidentali e le loro alleate hanno eliminato nel corso dei bombardamenti molte più persone comuni rispetto agli insorti.

A quanto raccontato dalla BBC, in particolare sarebbero i bombardamenti aerei USA e afgani a provocare il maggior numero di vittime tra i civili (i cosiddetti "danni collaterali", per utilizzare un orribile termine messo in voga alcuni anni fa). A causa dei soli raid statunitensi, infatti, sarebbero decedute 353 persone disarmate, tra queste vi erano 89 bambini.

La replica dei militari e i commenti dell'Unama

Nel complesso, dunque, i morti civili nei primi mesi di quest'anno sono stati già 1366, mentre 2446 sono quelli rimasti feriti.

Nel computo generale questi sono i numeri più bassi dal 2012 e rispetto all'anno scorso c'è un calo del 27%. Dal momento però che buona parte di queste vittime sono provocate dalle forze che, teoricamente, dovrebbero portare sicurezza in Afghanistan, la situazione non può certo definirsi buona.

Nel frattempo il colonnello Sonny Leggett, portavoce dello US Forces-Afghanistan, ha replicato che le fonti su cui vengono stilati questi conteggi non sono sempre affidabili e perciò le forze armate contestano le rilevazioni fatte dall'Unama. Garantisce quindi che i militari statunitensi e afgani si attengono ai massimi standard di accuratezza, e che fanno sempre tutto il possibile per non colpire i civili non combattenti.

L'Unama però non può dirsi d'accordo con questa visione e ha infatti affermato che la sofferenza inflitta alle persone comuni in quei territori è ancora "scioccante e inaccettabile", e che i tentativi messi in atto per ridurre la quantità di vittime civili sono per ora insufficienti.