Danza orientale e Venezia, un connubio immortalato da eredità, storia e passione. Anche quest'anno, nel celeberrimo locale Pachuka Beach sulla spiaggia di San Nicolò del Lido (sede della Mostra del Cinema), è andato in scena un nuovo spettacolo di bellydance con protagonisti il gruppo Bilquis delle allieve dirette dall'insegnante-coreografa Francesca Rossato e il collega Almas proveniente dalla vicina Mestre.
11 le performance in tutto, suddivise in due tempi con performance singole e di gruppo. Ad aprire le danze è stato lo stile Andaluso con velo contaminato con l'arabo, esibizione questa che ha visto scendere in pedana cinque protagoniste. È stata poi la volta dei nove membri di Bilquis che hanno accompagnato il pubblico nel Baladi egiziano. E dopo aver ammirato lo spazio condiviso da più interpreti, è ora tempo dei monologhi danzanti: Francesca Crevato Selvaggi (stile shabi), Carlotta Valdo (stile orientale moderno + tabla) e Chiara Melis (stile belly dance pop). A chiudere il primo tempo il duo gipsy balcanico formato da Marina Fugali e Roberta Bonometto.
Passano pochi minuti e l'armada danzante torna protagonista. È di nuovo il gruppo Bilquis a prendere i “comandi delle operazioni” unendo le forze e dando così vita a una performance collettiva stile fusion orientale/gipsy con 8 elementi. A darle il cambio, lo shabi di Miriam Balbo (Almas). Ancora fusion bellydance contaminato con il Samba, quindi una nuova esibizione solista di Alice (con ali) e a chiudere l'evento, la danza orientale moderna con velo del gruppo Bilquis, questa volta con 6 danzatrici on stage.Arriva l'ultimo gesto. L'ultimo passo. L'ultimo applauso. La danza orientale (bellydance) parla di donne. Racconta le donne. Una storia millenaria che attinge agli antichi riti propiziatori di fertilità.
Una storia che ancor oggi si rinnova e ricomincia. Le protagoniste escono di scena, a pochi metri da loro il mare Adriatico bagna placido la battigia. L’aria salmastra si fa crocevia invisibile dello spirito di culture lontane. Quelle stesse che oggi rivivono qui, tutte insieme nel mondo della danza orientale. Parafrasando la poetica Future Days (Pearl Jam): “Io credo/ E credo perché posso vedere/ Le danze future di Venezia e voi”.