David Bowie è morto nella notte, a 69 anni, dopo una battaglia di un anno e mezzo contro il cancro. La notizia è stata data dagli account ufficiali meno di un'ora fa: "January 10 2016 - David Bowie died peacefully today surrounded by his family after a courageous 18 month battle with cancer". 

Rockstar per eccellenza

Precursore di sperimentazioni musicali e gusti che hanno fatto scuola, autore di canzoni indimenticabili e interprete suggestivo e unico, David Bowie incarnava il mito del musicista moderno, capace di intravedere la direzione da prendere con quel tanto di anticipo da consentirgli sempre di rimanere, di fatto, un avanguardista.

Il sapore moderno e antico di alcuni brani, da Space Oddity a Life on Mars, quello trascinante di altri, come la famosissima Heroes, quello coraggioso e visionario di Ziggy Stardust rimangono alcuni dei momenti più significativi della storia della musica rock. L'influenza esercitata dal Duca Bianco, come è stato chiamato ad un certo della sua carriera, è stata ed è enorme. Non c'è musicista che con il suo lavoro non si sia confrontato, che non abbia studiato - nel senso letterale del termine - le sue musiche, le sue parole, perché David Bowie è diventato, con gli anni, come uno di quegli autori classici, quelli sui quali non si può non passare qualche tempo, altrimenti non si capisce più tutto il resto, perché il resto, e cioè quello che è venuto dopo di loro, sarebbe incomprensibile.

David Bowie e il rock

Questo è il debito del rock nei confronti di David Bowie: un pegno culturale. Impossibile capire perché la musica attuale è quella che è se non si conosce il lavoro di Bowie. Dai primi dischi alla fine degli anni Sessanta (il "David Bowie" di esordio è del 1967, "Space Oddity" del 1969), a "The Rise and Fall of Ziggy Stardust" del 1972 al controverso "Let's Dance" del 1983 a "Hours" del 1999 fino al recentissimo "Blackstar" appena uscito. Nel mezzo, le collaborazioni con altri musicisti, da Iggy Pop a Lou Reed, con cui suonò l'assolo di sax in Walk on the Wild Side.