Se prima il motto su cui si fondava la pubblicità era "offrire al compratore quello che ancora non sa di desiderare", adesso nell’era digitale è diventato “dare al cliente quello che desidera nell’attimo stesso in cui potrebbe desiderarlo”. Si fonda sul cogliere l’istante. Posto giusto al momento giusto. Questo nuovo bisogno nasce da un continuo e maggiore calo di attenzione nelle persone.

Che la psicologia sia strumento della réclame non è una novità. A questa Sizmek, che crea piattaforme per sviluppare nuove pubblicità più affascinanti e trascinanti, aggiunge l’Intelligenza Artificiale. L’IA, infatti, riesce a soddisfare i due criteri principali dell’era digitale: importanza e personalizzazione. Per perseguire questi due principi bisogna avere chiara la figura del consumatore che ormai tende ad essere sempre unica e diversa. Ed è questa figura multiforme che rende essenziale il terzo e ultimo criterio: la predittività.

Gli strumenti della mente

Di per sé il mondo offre già una quantità enorme di stimoli, a cui l’uomo aggiunge un carico ancora più pesante: le nuove tecnologie.

Le armi che la mente utilizza per difendersi da questa armata di input sensoriali sono principalmente due: l’attenzione selettiva e l’attenzione divisa. Mentre con la prima diventiamo consapevoli di alcune esperienze, ma non di altre, con la seconda riusciamo a portare a termine due o più compiti contemporaneamente, ovvero suddividiamo la nostra consapevolezza su più livelli. Di fatto il progressivo calo dell’attenzione si deve proprio a questi due meccanismi. L’uomo con il suo smartphone alla mano salta in continuazione da un’applicazione all’altra, non fa in tempo a terminare un “compito” che già ne inizia uno nuovo.

L’attenzione allora è continuamente sotto attacco, assediata da stimoli ed esperienze che diventano sempre più difficili da isolare.

Deve, allora, bruciare intensamente, ma rapidamente. Ovvero deve durare sempre di meno. Poco tempo per ogni input cosicché riesca a coprirli tutti. L’attenzione condivisa prevale su quella selettiva, almeno per quanto riguarda l’efficienza. Poi, ovviamente, un fattore cruciale del calo di attenzione è la continua distrazione a cui portano tutti questi stimoli ed informazioni che ci circondano. L’IA, usata da Sizmek, non solo non si fa “intimorire” da questa nuova situazione, ma è in grado di sfruttarla a suo vantaggio per apportare novità che portano al fallimento le pubblicità tradizionali.

Perché i metodi tradizionali falliscono

I modi tradizionali in cui la pubblicità entrava nella mente di un individuo non sono più efficienti, anzi, fanno sì che questa sia percepita come fastidiosa.

Non stupisce, allora, la richiesta sempre maggiore di piattaforme che non prevedano più una pubblicità continua come Netflix, Infinity ecc. Sotto le applicazioni gratis, invece, non è una novità trovare commenti su commenti riguardo l’uso eccessivo di banner. La gente preferisce pagare piuttosto che essere infastidita a costo zero. Il managing director italiano di Sizmek si espone a tal proposito dicendo che situazioni del genere non dovrebbero più accadere e se succedono non ci sono scusanti, visto lo sviluppo tecnologico in ambito pubblicitario.

Sembra inoltre che i metodi tradizionali falliscano perché mirano ad una cerchia ristretta di persone, ma al tempo stesso si rivolgono a tutti. Ed è qui che subentra l’Intelligenza Artificiale.

Il ruolo dell’IA nella pubblicità

L’IA, attraverso l’uso e l’analisi dei dati, riesce a creare quell’indice di personalizzazione che ormai è essenziale. Il messaggio pubblicitario deve arrivare al diretto interessato nel momento più opportuno, nel momento in cui la sua attenzione possa essere più facilmente rivolta verso di esso. Su questo agisce l’intelligenza artificiale. I dati a cui può accedere le consentono di trovare la persona-bersaglio in tempi più rapidi delle pubblicità “standard” e di prevederne le reazioni con maggiore accuratezza. L’obbiettivo che si pone e, che porta anche a termine, è quello di trovare il prodotto più desiderato e inserirlo in una pubblicità ottimale per la persona a cui è rivolto, nell’attimo più opportuno.

Insomma, nel posto giusto al momento giusto. E in questo la predittività dell’IA svolge un ruolo cruciale.

L’intelligenza artificiale pare in grado di far fronte al calo di attenzione e di servirsene pure grazie alla sua rapidità di intervento. Sull’onda del nuovo motto, quindi, l’IA riesce ad offrire quello che la persona vuole quando potrebbe volerlo di più.