A poche settimane dal debutto del GDPR, il regolamento dell'Unione Europea sul trattamento dei dati personali, la commissione Giuridica dell’Europarlamento ha dato il via libera a una proposta di legge che impone restrizioni su contenuti e filmati pubblicati online, inclusi i meme (le immagini umoristiche gratuite che spopolano sui social network) e, inoltre, obbliga le aziende a pagare delle tasse sulla pubblicazione di link. La direttiva andrà al voto all'Eurocamera il 2 luglio e, in caso di esito positivo, passerà per le negoziazioni in Consiglio.

Il contenuto della proposta di legge

La proposta verte su alcune modifiche da effettuare alla direttiva sul Digital Single Market (il mercato unico digitale). A scatenare il dibattito sono soprattutto gli articoli 11 e 13 della legge, ovvero: l'introduzione di una tassa sui link, che obbligherebbe i colossi della rete come Google e Microsoft a pagare gli editori per i contenuti pubblicati sulle loro piattaforme; e una stretta alla cinghia dei controlli sui diritti d'autore, che costringerebbe numerosi social (come ad esempio YouTube e Instagram) ad installare dei filtri sulle loro applicazioni per evitare la pubblicazione di immagini o video protetti da copyright. La maggior parte dei meme, che sono diventati famosi negli ultimi tempi, includono filmati opportunamente modificati per essere divertenti, spesso però questi contenuti sono clip di film o programmi televisivi soggetti alla regolamentazione del diritto d'autore; di conseguenza la nuova legge colpirebbe la loro pubblicazione e limiterebbe la libertà di esprimersi degli utenti.

Le implicazioni per i giganti del web

A festeggiare per la possibile introduzione della nuova legge sono soprattutto gli editori che ribadiscono che essa riconsce l'utilità di internet e dei suoi contenuti. Meno d'accordo le aziende tech che operano sul web. Il gruppo di lobbying Ccia - di cui fanno parte anche Google e Facebook - ha già annunciato, infatti che farà pressione sui parlamentari affinché non ci sia un voto favorevole all'approvazione della proposta.

Gli attivisti per il free internet temono l'annientamento dei diritti di espressione delle persone e la fine dell'internet libero. Si creerebbe, infatti, un regime di robot dedicati alla censura dei contenuti non conformi al regolamento, che non sarebbero in grado di distinguere umorismo e parodie, contenuti culturali e immagini non protette da copyright (questo si può già in parte osservare su YouTube) e tarperebbero le ali a tutti coloro che pubblicano effettivamente qualcosa di utile.

Spicca la voce che accusa il governo europeo di voler dare in mano alle grandi aziende il controllo su ciò che facciamo online con conseguente distruzione di internet per come lo conosciamo a causa di una censura indiscriminata di contenuti.