L'Australia inizia una crociata contro l'Italia sul versante dell'importazione dei pomodori. Il Governo australiano ha già introdotto dazi sui pomodori italiani ed è probabile che a breve verranno aumentati. In sostanza, in Australia non si accetta il fatto che i pomodori italiani vengano esportati a prezzi inferiori rispetto a quelli del mercato d'origine.

Inoltre vengono contestati i sussidi pubblici alle aziende del settore. 

La questione dei pomodori infastidisce l'Ue

L'Ue contesta l'atteggiamento dell'Australia e sostiene che così rischia di far 'saltare' l'Accordo di libero scambio che Europa ed Australia stanno per siglare. Il caso era scoppiato nel 2014, quando la commissione australiana che ostacola il dumping aveva imposto dazi del 4% sui pomodori in scatola italiani. Tassati anche i pomodori in scatola prodotti da La Doria e Feger, due aziende che esportano il 40% dei prodotti commercializzati in Australia.

Una questione alquanto intrecciata che infastidisce sia l'Italia che l'Ue. Nel mirino delle autorità australiane sono finiti anche i sussidi pubblici, pari a 183 milioni di euro, in favore del settore del pomodoro. 

Cecilia Malmstrom è preoccupata per l'atteggiamento dell'Australia

Il comportamento dell'Australia  sta innervosendo l'Ue. Cecilia Malmstrom, commissario per il commercio dell'Ue, è turbata per gli accertamenti antidumping dell'Australia nei confronti delle aziende italiane che producono pomodori in scatola. Secondo la Malmstrom è erronea "la metodologia  utilizzata per calcolare i margini di dumping". 

L'Australia avrà pure le sue ragioni ma, in Europa, tutti si schierano contro il governo di Canberra.

L'ex ministro ed europarlamentare Paolo De Castro sostiene che "l'Australia dovrà rivedere le sue politiche protezionistiche sui pomodori in scatola se non vuole mettere a rischio l'Accordo di libero scambio che sta negoziando con l'Ue". 

Quello che l'Europa vuol far capire all'Australia è che il sussidio economico non va alle aziende italiane che esportano confezioni di pomodori ma agli agricoltori.