Si lascia intervistare da Repubblica, il Ministro padoan, e coglie al volo l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ovviamente, come era prevedibile, tutta l'intervista ruota intorno alla manovra italiana ed alle reazioni, non propriamente entusiaste, della UE. A difesa della manovra di bilancio si è già ampiamente espresso il Premier Renzi, che - senza tanti giri di parole - ha affermato - con estrema decisione - che le eventuali osservazioni mosse dalla UE non apporteranno alcuna variazione a quanto già disegnato.

Padoan, sulla scia di Renzi, non solo difende il progetto, ma lancia anche delle vere e proprie provocazioni, invitando la UE a prendere una netta posizione, soprattutto nei confronti della questione dei migranti.

Emergenza terremoto e migranti

Padoan fa propri i concetti di Renzi: la manovra garantisce meno tasse ed una maggiore attenzione alla crescita, in linea proprio con le indicazioni che il G20 ha suggerito. Il deficit sarà del 2.3% e non del 2? Come si può non tenere conto dell'emergenza terremoto e dell'annoso problema dei migranti? Due situazioni che hanno richiesto e richiedono stanziamenti ulteriori.

Ed è proprio sulla questione dei migranti che Padoan sferra il suo attacco: la UE deve decidere a chi dare sostegno; se all'Italia, che non si è mai tirata indietro nell'affrontare i continui sbarchi, oppure all'Ungheria, che decide di erigere muri (e non solo legislativi) contro l'invasione dello straniero.

Lancia un monito, Padoan, all'Europa tutta: se a prevalere sono le ragioni della chiusura, la UE è destinata a vita breve, ovvero imboccherà la via di un progressivo declino.

La sfida - afferma il Ministro - è quella di dire si ad un'Europa diversa, che non resti ancorata in un immobilismo storico ma decida di muoversi, e quindi di evolversi.

Ed il primo segnale di evoluzione potrebbe proprio arrivare dalle modifica dei criteri che determinano il calcolo del deficit: per Padoan, quelli attuali non colgono affatto la realtà delle situazioni ed andrebbero rimodulati.

Sottolinea che, proprio nel corso del vertice a Bruxelles, la richiesta di modifica dei criteri è arrivata a gran voce da numerosi Paesi membri, ma - inspiegabilmente - nulla si muove.

E - se a qualcuno fosse sfuggito - il Ministro invita ad una maggiore riflessione sulla manovra italiana che, a suo dire, potrebbe addirittura assurgere a modello per l'intera UE.