Per celebrare la "Diada de Catalunya 2017", la festa nazionale della Catalogna ed appoggiare il referendum, indetto per il 1 ottobre, la manifestazione, svoltasi nelle piazze di Barcellona, ha visto la partecipazione di ben oltre un milione di persone che reclamano la propria indipendenza, mentre a Madrid, che contrasta fortemente senza mollare, ve ne erano solo 350mila. Dopo un minuto di silenzio, in ricordo delle vittime dell'attentato alle Ramblas, la cui ferita è ancora aperta nel cuore di molti, è stato intonato l'inno catalano, "Els Segadors".
L'ora simbolica
Le 17:14 è l'ora in cui si è mosso il corteo. Un'ora il cui simbolo è altamente significativo: l'11 settembre 1714, in seguito all'assedio delle truppe franco-spagnole di Filippo V a Barcellona, la Catalogna perse la sua indipendenza. Il corteo si è disposto in modo da formare una X umana, altro simbolo che allude chiaramente al segno da tracciare sulla scheda elettorale: allusione al referendum sull'indipendenza che si terrà fra venti giorni. I manifestanti, come in una sorta di flash mob, indossano una t-shirt gialla recante la scritta "Sì" in diverse lingue.
In testa al corteo
La manifestazione è guidata dal presidente del governo catalano, Carles Puigdemont, che si oppone con mano ferma al governo madrileno e si serve del corteo come prova di forza dell'indipendentismo. Ancora, il presidente ha annunciato alla stampa estera che, nonostante le grosse difficoltà, sono riusciti ad ottenere la possibilità di ricorrere al voto e, sicuramente, non si lasceranno intimidire da quelle future.
Cosa fa Madrid?
Nel frattempo, mentre in Catalogna si festeggia la Diada, Madrid presenta un ricorso alla Corte Costituzionale spagnola contro il provvedimento che regola il passaggio dei poteri e la transazione giuridica della Catalogna in caso di una maggioranza di "sì" al referendum, la cosiddetta "Ley de Transitoriedad catalana".
Il governo madrileno, contrasta il referendum e l'indipendenza della Catalogna, perché entrambi costituiscono non solo una minaccia, o addirittura un affronto, alle regole di convivenza vigenti in Spagna sin dal 1978, bensì anche il più grande e peggiore attacco ai valori democratici. La Corte Costituzionale si riunirà nella giornata del 12 settembre, per decidere se accettare il ricorso o meno. Un'eventuale accettazione da parte della stessa comporterà una sospensione della norma cautelare approvata dal Parlamento per regolamentare la transazione dell'indipendenza della Catalogna.