La guerra fra Madrid e Barcellona continua senza sosta e gli indipendentisti si trovano ad affrontare ulteriori difficoltà. Difficoltà che stavolta sembrano averli definitivamente sconfitti: infatti, la Corte costituzionale spagnola ha annullato la dichiarazione unilaterale di indipendenza, quale era stata proclamata lo scorso venerdì 27 ottobre 2017 e, peraltro, già sospesa in via preventiva su richiesta del governo madrileno.

In aggiunta a ciò ha denunciato per disobbedienza alle sue sentenze il presidente della Generalitat, Carme Forcadell, e due funzionari, Ana Simo e Jose Maria Espejo.

Scioperi e manifestazioni

La notizia dell'annullamento dell'indipendenza arriva proprio nel momento in cui milioni di manifestanti bloccano le vie principali della catalogna e di Barcellona. Motivazione dello sciopero generale è - in primo luogo - la richiesta di liberare i dieci 'detenuti politici': otto membri appartenenti al Governo di Carles Puigdemont e due leader indipendentisti; in secondo luogo, l'insurrezione ha come prerogativa la difesa della Catalogna dalla repressione dello Stato spagnolo.

Conseguenza di tale protesta è il blocco dei trasporti ferroviari e non della regione intera: il passaggio dei treni è, infatti, impedito dall'invasione dei binari; ancora, il traffico stradale risulta ugualmente paralizzato: in particolare le vie d'entrata e d'uscita di Barcellona. Addirittura le autostrade Ap7 e A2 sono state bloccate sin dalle prime luci del giorno.

L'appello di Rajoy

Intanto, Mariano Rajoy, il premier spagnolo, ribadisce l'importanza di partecipare massicciamente alle elezioni del prossimo 21 dicembre 2017, elezioni che si pongono l'obiettivo di suggellare per sempre questa intensa pagina di storia e inaugurare una nuova era in cui la normalità e la legalità, nonché la ripresa economica di tutta la regione, siano i presupposti fondamentali.

In Belgio

Una manifestazione si è verificata anche nella capitale belga nella giornata di ieri, manifestazione a cui hanno partecipato ben oltre cento sindaci, fra i quali figurava lo stesso presidente catalano destituito, Puigdemont, al momento in libertà condizionata fino a quando il giudice prenderà provvedimenti legali circa la sua estradizione.

Il premier Charles Michel, commentando in Parlamento la situazione catalana, afferma che Puigdemont deve assumersi le sue proprie responsabilità senza avvalersi di privilegio alcuno, è un cittadino europeo come tanti altri. E - aggiunge ancora Michel - è libero di fare la domanda d'asilo politico in qualsiasi momento, non gli sarà certamente negata, ma - precisa ulteriormente il premier - questo, è un affare dal quale il governo deve restarne assolutamente al di fuori.