Abbiamo parlato nel corso della prima parte dell'intervista con l'Onorevole Silvia Chimienti di quale potrà essere il futuro degli insegnanti alla luce delle proposte del Miur in tema di riforma della Scuola. In questa seconda parte dell'intervista realizzata dalla redazione giornalistica di Blasting News, abbiamo chiesto alla deputata del Movimento Cinque Stelle cosa ne pensa della 'premialità' dei docenti, dei possibili rischi di disparità di trattamento e quali possono essere le azioni da intraprendere per scongiurare il peggio. Onorevole Chimienti, il malumore tra i docenti e il personale Ata sta salendo, giorno dopo giorno: molti sono stanchi, in particolare, delle troppe chiacchiere e dei pochi fatti. Quali sono i propositi concreti che il Movimento Cinque Stelle cercherà di ottenere dal governo?



'Sicuramente cercheremo di ottenere il mantenimento della situazione per com’ è attualmente in riferimento alle ore settimanali di insegnamento, che non devono a nostro avviso superare le 18 di lezione frontale. Ci batteremo con forza anche contro lo scellerato proposito di cancellare l’ultimo anno di scuole superiori, rendendo legge quella che attualmente è solo una sperimentazione in alcuni istituti scolastici. Lotteremo anche contro qualunque ipotesi di premialità sullo stipendio dei docenti legata alle valutazioni dei test Invalsi, che va secondo noi in una direzione aziendalistica, di scuola concepita come un’azienda, che rigettiamo in toto. '

Proprio il discorso legato alla 'premialità' e alla maggiore responsabilità dei dirigenti scolastici è uno degli argomenti di maggiore discussione 'social' tra i docenti.  Ringraziandola per la gentilissima disponibilità, vorremmo chiederle, Onorevole Chimienti, un suo parere sulla discussa 'premialità' degli insegnanti: non si corre il rischio di una discriminazione di trattamento e di cadere nella 'parzialità' oltre che sul piano morale anche sul piano economico?



'Assolutamente sì, il punto è proprio questo: si vuole creare una sorta di agonismo e una competitività accesa tra docenti, due sentimenti che sarebbero profondamente deleteri per un ambiente come quello scolastico, in cui occorrerebbero invece massima sinergia tra i docenti e un forte spirito di unione per mandare avanti in maniera efficiente le classi.  Siamo dunque davanti a delle discriminazioni morali ed economiche e ci opporremo a tutto questo, specie se si baseranno questi meccanismi di premialità sugli esiti dei test INVALSI, che non tengono conto in alcun modo dei contesti socio-economici in cui operano le singole scuole. Si rischia di andare a punire dei buoni docenti, che però magari lavorano in contesti particolarmente difficili: una doppia discriminazione su cui non saremo disposti a fare sconti.'