Prosegue senza soluzione di continuità il dibattito relativo alla pensione anticipata 2014: le proposte di revisione dell’istituto sono estremamente numerose, e non appena verranno risolte le vertenze previdenziali più impellenti (su tutte quelle di esodati e Quota 96 della Scuola) ci saranno le condizioni adatte ad uno studio più attento e meticoloso del provvedimento.



Prepensionamento statali e privati, istituzione di Quota 100, pensione anticipata a 62 anni più 35 di contributi, opzione contributivo e prestito Inps sono al momento le ipotesi più accreditate.

Al di là di quale misura si deciderà di ratificare, l’istituto della pensione anticipata 2014 cambierà radicalmente volto.

Pensione anticipata 2014: prepensionamento statali e privati, uscita a 62 anni e prestito INPS



Uno dei grimaldelli coi quali iniziare a scolpire la riforma della pensione anticipata 2014 è senz’altro quello costituito dal prepensionamento: l’ipotesi di impiegare l’istituto per i dipendenti statali prevede un range di potenziali fruitori più ridotto rispetto a quanto inizialmente preventivato, ma saranno comunque in molti ad abbandonare anticipatamente l’impiego.



Il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano punta ad estendere l’applicazione del prepensionamento anche ai lavoratori privati, ma l’ipotesi di istituire un’uscita anticipata raggiunti i 62 anni d’età più 35 di contributi sconta un peso economico al momento insormontabile per le casse statali (l’INPS ha parlato al riguardo di circa 47-48 miliardi di euro). La riforma della pensione anticipata 2014 potrebbe allora passare dalla concessione di un prestito INPS o APA, Assegno pensionistico anticipato.



L’ipotesi era stata paventata in passato dal ministro del lavoro Giuliano Poletti; l’idea sarebbe quella di accordare un assegno pensionistico anticipato a tutti i quei lavoratori che accettino di abbandonare anticipatamente l’impiego (1 o 2 anni prima), il tutto per incrementare il livello di flessibilità in uscita e diminuire conseguentemente l’elevata rigidità che al momento permea il meccanismo di funzionamento dell’istituto. Il punto è che i lavoratori sarebbero poi chiamati a rendere il tutto e dunque a fare i conti con assegni pensionistici decurtati, non il massimo della vita specie per chi deve già ‘subire’ liquidazioni che sfiorano il ridicolo.

Pensione anticipata 2014: Quota 100 e opzione contributivo



Le altre ipotesi di riforma della pensione anticipata 2014 passano dall’istituzione di Quota 100 come requisito d’uscita o dall’estensione dell’opzione contributivo agli uomini. Quest’ultima misura richiederebbe in particolare un provvedimento parallelo: l’opzione contributivo rappresenta infatti un regime sperimentale che in assenza di proroghe da parte del governo (intendimento più volte espresso ma sin qui mai comprovato dai fatti) scadrà nel 2015, ecco che un’eventuale estensione ai lavoratori uomini necessiterebbe di imprescindibile rinvio dei termini di fruizione.



Rammentiamo che al momento l’opzione contributivo risulta valida per le sole lavoratrici donne, che adottando l’istituto possono lasciare l’impiego a 57 o 58 anni d’età più 35 di contributi, il tutto a fronte di assegni pensionistici ridotti di circa il 15-20% (in alcuni casi anche il 30%) rispetto al calcolo compiuto col metodo retributivo. E Voi cosa ne pensate? Per quale soluzione optereste? Esprimete il vostro giudizio al riguardo commentando l’articolo qui sotto!