Una circolare del Ministero della Funzione Pubblica prevede il ricollocamento, entro il 2016, di oltre 20mila lavoratori dipendenti delle Province. L'obiettivo principale è quello di spostare il personale in altri enti, secondo quanto stabilito dalla Riforma Delrio, approvata la scorsa primavera. La legge numero 56 del 2014 specifica che una parte di questi lavoratori sarà impiegata ai nuovi enti di 'Area Vasta' o alle Regioni, mentre un'altra parte sarà soggetta ad una 'riassegnazione'.

Vediamo come si articola questa procedura.

Entro il primo marzo, le Province dovranno effettuare un taglio alle dotazioni organiche che sarà però calcolato sulla spesa e non nel numero dei dipendenti. Entro la fine dello stesso mese sarà stabilita la quantità del personale in soprannumero. Subito dopo, dovrà essere individuato l'esatto numero del personale che sarà soggetto a prepensionamento oppure alla mobilità. Intanto resta da chiarire, in ambito ministeriale, se i lavoratori dichiarati in esubero avranno la possibilità di usufruire del prepensionamento attraverso le regole ante-Fornero.

Da considerare che, nella Pubblica Amministrazione, grazie al cosiddetto 'decreto D'Alia', è in vigore una regolamentazione che, in caso di esubero del personale, permette di mandare in pensione i lavoratori utilizzando la normativa più favorevole prevista dalle vecchie regole. Questa norma si può applicare anche agli Enti Territoriali, cioè le Province; cosicché il personale in soprannumero potrà lasciare il lavoro derogando dall'attuale legge Fornero.

Per tutti gli altri lavoratori, si applicherà la mobilità volontaria o obbligatoria. Il personale appartenente alla polizia provinciale non rientrerà negli elenchi degli esuberi e sarà redistribuito tra le altre forze di polizia presenti sul territorio.

Le Regioni, come già accennato all'inizio di questo articolo, saranno interessate in prima battuta al ricollocamento del personale attualmente in servizio presso le Province. Nel caso in cui, al termine di questa procedura, dovessero rimanere degli esuberi, il Ministero punterà ai cosiddetti 'contratti di solidarietà', con riduzione dei tempi di lavoro e degli stipendi, oppure al 'collocamento in disponibilità', una specie di licenziamento con due anni di stipendio all'80 percento e poi con la cessazione del rapporto di lavoro.