Anche il sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta, è convinto che l'attuale legge pensionistica andrebbe revisionata con interventi che rendano la stessa flessibile. Diversi mesi fa, Baretta aveva evidenziato l'intenzione di cambiare il nostro sistema previdenziale attraverso dei cambiamenti strutturali. Il sottosegretario all'Economia 'punta il dito' contro la legge Fornero che, ricordiamo, fu approvata dal governo Monti nel 2011 ed entrò in vigore l'anno successivo. La norma ha previsto che i lavoratori possano rimanere in servizio fino al compimento del 70esimo anno di età ma non ha considerato la situazione in cui gli stessi potrebbero lasciare il lavoro prima dei 66 anni con eventuali penalizzazioni.

Pierpaolo Baretta ha presentato in Parlamento una proposta all'insegna dei pensionamenti flessibili con la possibilità per i lavoratori di andare in pensione in un'età compresa tra i 62 e i 70 anni con delle penalizzazioni per chi esce prima dal lavoro che varia dal 2 all'8 percento. Per quei lavoratori che decidono di rimanere in servizio oltre i 66 anni sono previsti degli incentivi fino al raggiungimento dei 70 anni. Questa ipotesi si affianca a quella presentata dal presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, con la quale si prevede un'uscita anticipata per i lavoratori con quota 100, somma tra anni di contribuzione ed età anagrafica.

Un altro obiettivo di Baretta è quello di applicare il cosiddetto Principio del diritto acquisito allo scopo di trovare un punto di equilibrio attraverso delle soglie mobili per giungere a delle soluzioni compatibili per raggiungere quella equità soggettiva e collettiva. Infatti, Baretta ha evidenziato che 'Non è giusto che le nuove generazioni si facciano carico del mantenimento dei privilegi di quelle precedenti'. Vedremo nei prossimi giorni come si svilupperà la discussione sulla legge pensionistica italiana con diverse proposte sul tavolo del premier Matteo Renzi che saranno discusse da tecnici e politici.