Considerato incostituzionale il meccanismo di blocco della perequazione 2012 e 2013 sugli importi pensionistici della Legge Monti/Fornero del 2011, necessario per l'adeguamento dei trattamenti al costo della vita. Il governo appare sereno e pronto a trovare una soluzione di fronte alla richiesta dei sindacati di 'restituire il maltolto ai pensionati', ma la bocciatura della norma Fornero del 2011 causa un deficit al Def di circa 4,8 mld di euro.

Nel dettaglio.

La Consulta boccia la norma Fornero 2011

In base alle ultime dichiarazioni del Governo, non sono ancora state fatte delle stime, ma il rischio di ricaduta sui conti pubblici potrebbe essere pari a 4,8 miliardi di euro che, se la sentenza dovesse essere approvata e applicata, dovranno essere restituiti ai pensionati che non hanno ricevuto il corretto importo del trattamento pensionistico a causa del blocco della perequazione negli anni 2012 e 2013 applicato sugli importi superiori a tre volte il minimo Inps, corrispondente a 1.443 euro. Il meccanismo permette infatti di adeguare la pensione al costo della vita, non applicato a causa della norma Fornero contenuta nel decreto Salva Italia approvato dal Governo Monti nel 2011 e durante la presentazione del quale - in molti se lo ricorderanno - la stessa Elsa Fornero, al tempo ministro del Lavoro, si commosse.

Perequazione e peso sui conti pubblici: 4,8 mld di euro

La Consulta ha dichiarato illegittimo il mancato adeguamento e corresponsione del corretto importo del trattamento pensionistico, che ha lasciato i pensionati nell'incertezza di percepire un assegno sufficiente al continuo aumento del costo della vita. La norma Fornero - come la stessa ha dichiarato durante alcune interviste - era stata approvata dal Governo perché unico strumento per ottenere un risparmio economico immediato, negando di essere stata la sola ad accettarla e che, nonostante le numerose accuse avanzate, 'non fu scelta mia', sono le parole dell'ex-ministro. Il congelamento degli assegni pensionistici per il 2012 e il 2013 approvato nel decreto Salva Italia ha colpito tutti i pensionati con trattamenti di importo superiore a 1.443 euro e costituisce una forte battuta d'arresto per il Governo e sul bilancio pubblico pesando per una somma pari a 1,8 mld di euro per il 2012 e 3 mld per il 2013, quasi 5 mld di euro.

Legge Monti/Fornero 2011: la reazione del Governo

Il Governo si è dimostrato positivo nell'accettare la notizia dell'Inps e la sentenza della Corte Costituzionale, prendendo atto anche delle richieste dei sindacati che fin dal principio hanno non hanno nascosto la necessità di restituire le somme non corrisposte ai pensionati, importi spettanti perché non erogati a causa di una norma illegittima e che ha minato la sicurezza di conservazione del potere di acquisto della propria pensione. I sindacati hanno inoltre ribadito la necessità di smettere di pensare alle Pensioni come l'unica parte da cui detrarre denaro per ottenere le coperture economiche per finanziare i conti dello Stato e/o risolvere situazioni finanziarie contigenti. Prima fra tutte quelle dichiarate dalla Fornero quale giustificazione all'approvazione del blocco della norma Fornero 2011 che comprendeva l'applicazione del meccanico di perequazione per i due anni in oggetto: la Consulta ha invece ritenuto insufficienti le ragioni della crisi economica per avviare un provvedimento di taglio delle pensioni oltre un determinato importo. Se desiderate restare aggiornati sulle notizie in materia di pensionamento e scuola, vi consigliamo di cliccare su 'segui' in alto a destra del nome dell'autore dell'articolo. Vi ricordiamo che, nel caso abbiate trovato la news interessante, potete anche votarla cliccando sulle stelle in alto a destra.