E' di oggi la notizia che la flessibilità non si farà. Era stato il premier Matteo Renzi a promettere ai lavoratori, giunti in prossimità della pensione, di poter anticipare di qualche anno il meritato riposo. Il ministro Padoan, che era disponibile a discutere del problema, ha affermato che mancano le coperture economiche e che, per poterle ottenere, sarebbe stato necessario aprire le contrattazioni con l'Europa.
Ci sarà infatti un negoziato con Bruxelles ma riguarderà solo i parametri legati agli investimenti e, pertanto, tutte le promesse del premier vanno nel dimenticatoio. Quindi, anche per quest'anno, niente riforma delle Pensioni e tutte le anticipazioni, le promesse e le speranze spariscono nel nulla. Addio quindi anche alle speranze dei giovani che erano convinti che, finalmente, fosse giunto il loro momento.
Eppure una riforma ipotizzata dal costo di circa 4 miliardi di euro darebbe nuova linfa all'economia italiana.
La riforma Fornero ha consentito un risparmio di 80 miliardi anche se 12 di questi sono stati utilizzati per gli esodati.
Lasciare inalterata la riforma consente al governo dei margini di spesa necessari a tenere sotto controllo il PIL. Evidentemente, anche se lo ha promesso più volte, il Presidente del Consiglio reputa più vantaggioso il dietro front e non si cura del risvolto politico sociale di questa situazione. Quando tra un anno le condizioni saranno più favorevoli sarà forse possibile una nuova riforma ma adesso le iniziative del governo virano su altri obiettivi come le tasse sulla casa. I lavoratori si erano detti disponibili a delle penalizzazioni ma, probabilmente per motivi elettorali, la sinistra al governo sta facendo scelte diverse. Rimangono quindi nel vuoto le proposte di Boeri di un contributivo esteso e una flessibilità progressiva chiesta dagli onorevoli Damiano e Gnecchi.
I lavoratori si interrogano
I lavoratori adesso si chiedono se è giusto continuare a seguire le politiche sociali ed economiche del presidente del consiglio che, per poco meno di 4 miliardi, non favorisce il ricambio generazionale. Quale sarà la risposta dei lavoratori ?