Tra le tante questioni ancora aperte in materia previdenziale, c'è quella relativa alla corretta applicazione del sistema contributivo donna, cioè la possibilità per le donne lavoratrici di accedere alla pensione anticipata al raggiungimento dei 57 anni di età anagrafica (58 anni per le autonome) e 35 anni di versamenti contributivi. Al momento, il governo Renzi ha mostrato una discreta apertura alla risoluzione di questa problematica, già per la fine di settembre.
Probabilmente, l'esecutivo ha fatto una 'mezza inversione di rotta' a seguito delle tante proteste che si sono levate a seguito della decisione di bloccare il metodo sperimentale Opzione Donna.
Interpretazione restrittiva da parte dell'Inps
Tutto nasce da un'interpretazione restrittiva da parte dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, riconoscendo la possibilità di accedere alla pensione anticipata alle donne che matureranno la decorrenza entro la fine di quest'anno, ma non a quelle che, entro questa stessa data, ne matureranno il diritto. I sindacati chiedono a gran voce al governo Renzi di dirimere questa controversia, ovviamente, a favore delle donne lavoratrici.
Al momento, l'Inps ha accettato le domande anche di queste lavoratrici, senza però approvarle. Allo stesso tempo, esiste un procedimento di contenzioso aperto che dovrà essere risolto dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio entro il 6 ottobre 2015.
Soluzione possibile nell'audizione del prossimo 24 settembre
Si prevede che questo argomento possa essere oggetto di discussione nell'audizione dei ministri Padoan e Poletti, che si terrà alla Camera il prossimo 24 settembre, e nella quale si discuterà essenzialmente della questione degli esodati. Per quanto riguarda la possibilità di estendere questa proroga oltre il 31 dicembre 2015, è un'ipotesi che per il momento sembra essere accantonata. Con ogni probabilità, se ne riparlerà non prima del prossimo anno. Vi terremo informati su qualsiasi altra novità relativa alla proroga del sistema comtributiv donna.