Probabilmente per vedere l'alba della riforma Pensioni del governo Renzi occorrerà attendere qualche mese/anno in più. Stando a quanto riporta in esclusiva l'agenzia Adnkronos infatti, l'introduzione della flessibilità in uscita potrebbe clamorosamente slittare dopo gli annunci e i proclami dei giorni scorsi. Una fine inaspettata, un esito imprevisto, che di certo non farà piacere anche a chi, come i lavoratori precoci, non credevano più ad un intervento a loro favore.
Si torna dunque punto e a capo, con la legge Fornero che, ad oggi, risulta l'unica soluzione per una pensione anticipata dei precoci, sempre se si può parlare di pensione anticipata un'uscita dal lavoro dopo 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini, un anno in meno per le donne.
Rinvio – Cercasi disperatamente coperture per la riforma pensioni del governo. Evidentemente Renzi, Padoan e Poletti, stando a quanto riporta Adnkronos, non sono riusciti, almeno per il momento, a trovare le risorse economiche necessarie per introdurre la tanto pubblicizzata flessibilità in uscita, destinata all'ennesimo rinvio.
Sembra ormai di vivere in un grande flipper, dove un giorno si dice una cosa, l'altro giorno pure, salvo poi scoprire, qualche ora dopo, che in realtà la prima volta era soltanto uno scherzo, un gioco. Un gioco che inizia però a fare male.
L'idea – In un primo tempo avevamo ritenuto attendibile la fonte de Il Sole 24 ore, che anticipava quella che sarebbe potuta essere la pensione anticipata, con l'uscita a 63 anni e qualche mese e almeno 35 anni di contributi, a fronte di una penalizzazione dell'assegno previdenziale del 4 percento, il doppio rispetto a quanto proposto da Damiano e Baretta, che nel loro ddl numero 857 proponevano una pensione anticipata a 62 anni, sempre con 35 anni di contributi, ma una penalizzazione del 2 percento per ogni anno di anticipo (fino ad un massimo dell'8 percento).
Numeri, parole, idee che adesso, quando manca poco più di una settimana al 15 ottobre, sembrano essere svanire all'interno di una grande bolla di sapone.
La speranza – La mobilitazione dei sindacati, iniziata ieri e la cui conclusione è fissata per il 15 ottobre, che si prefigge lo scopo di chiedere al governo una riforma pensioni vera e un intervento per i lavoratori precoci, aveva creato qualche aspettativa nella testa di alcune persone appartenenti a questa speciale categoria, di cui fanno parte appunto coloro che hanno maturato un anno di contributi all'età di 19 anni. Una speranza che però oggi è costretta a fare i conti con una realtà completamente diversa, una realtà che vede il governo nuovamente arretrare in materia previdenziale.
Voci – Dichiarazioni a favore di un intervento per la pensione anticipata dei precoci senza penalizzazione erano arrivate direttamente dal Movimento 5 Stelle attraverso la voce del deputato Tripiedi, dichiarazioni, come spesso accade, rimaste inascoltate dal governo. Quello che era il presentimento di alcuni lavoratori precoci fino a qualche giorno fa ora sta assumendo i connotati della realtà: la legge Fornero è l'unica soluzione per i precoci, forse la migliore di tutte le proposte che ultimamente venivano associate all'azione del governo.
Dai social network – Cosa ne pensate di quello che sembra essere l'ennesimo dietrofront del governo rispetto alla riforma pensioni? Avete ancora fiducia nell'azione di Renzi? Per ulteriori aggiornamenti sulla situazione dei precoci e delle pensioni cliccate il tasto 'Segui' in alto a destra e se volete fateci sapere la vostra opinione commentando l'articolo.