Il nuovo anno non porta certo notizie positive per l’universo dei lavoratori vicini alla pensione, anzi, la situazione sembra peggiorare. Infatti tutte le idee e le proposte di correggere la dura Legge Fornero, che poi è quella attiva oggi per il capitolo previdenziale, sono rimaste al palo. In altri termini si è fatto poco o niente perché non possono bastare piccole estensioni di opzione donna, una settima salvaguardia che non convince ed un part time pensione che è un provvedimento discutibile.

Pensioni di anticipata oggi, si allungano i tempi

Per colpa dell’aumento dell’aspettativa di vita tutte le persone che si trovano vicine alla pensione a partire dal 1° gennaio, si sono visti aumentare i requisiti necessari per accedervi. Abbiamo detto tutti, senza distinzioni cioè quelli con contributi per la vecchia pensione di anzianità, quelli con l’età giusta per la pensione di vecchiaia ed anche quelli che attendono l’assegno sociale. Oggi in termini di requisiti sono necessari, per la anticipata (anzianità come si conosceva una volta), 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

L’unica nota lieta è che, in caso di accoglimento, non sono previste penalizzazioni anche prima dei 62 anni. Infatti c’è stato uno stop alle penalizzazioni fino al 31 dicembre 2017 con un effetto più o meno retroattivo (niente arretrati ma assegni aumentati dal 1° gennaio) anche per le Pensioni già liquidate tra il 2012 ed il 2014. Per quelli che hanno iniziato a lavorare a partire dal 1996, c’è una possibilità in più. Possono andare in pensione se hanno almeno 20 anni di effettiva contribuzione versata, a condizione che abbiano raggiunto i 63 anni e 7 mesi di età. Ciò vuol dire che un lavoratore nato a partire dalla seconda metà del 1952, con contributi post 1996, non dovrà attendere gli oltre 66 anni per la pensione di vecchiaia o peggio i 40 di lavoro per l'anticipata.

Pensione di vecchiaia, opzione contributiva e casi particolari

La pensione di vecchiaia può essere percepita nel 2016 se si raggiungono i 66 anni e 7 mesi di età e 20 di contributi per tutti i lavoratori maschi. Per le donne invece, sono necessari 65 anni e 7 mesi se lavoratrici dipendenti e 66 anni ed un mese per le autonome. Anche per la pensione di vecchiaia, l’anno 1996 è importante perché per coloro che non hanno contributi antecedenti questa data, si potrà andare in pensione con soli 5 anni di contributi, ma al raggiungimento di 70 anni e 7 mesi di età. Viene definita opzione contributiva o Dini, una deroga prevista dalla Legge 335 del 1995. Infatti per chi voglia optare per la vecchiaia contributiva, gli anni di contribuzione necessari scendono a 15 ma a determinate condizioni.

Serve almeno un contributo versato prima del 1° gennaio 1995 e di norma meno di 18 anni versati prima del 1996, nonché almeno 5 anni di lavoro versati dopo. Esistono poi una serie di possibilità per alcuni soggetti. Le donne che entro il 31 dicembre 2015 hanno 35 anni di contributi e 57 anni e 3 mesi di età (un anno in più per le autonome)possono uscire oggi, con opzione donna. Si può andare in pensione a 64 anni e 7 mesi se al 31 dicembre 2012, un lavoratore dipendente privato, aveva già 35 anni di contributi (20 anni per le donne) e 60 anni di età. Per coloro che hanno svolto lavoro notturno o lavori usuranti per 7 degli ultimi 10 anni, si può anticipare la pensione tra i 61 anni e 7 mesi ed i 64 anni e 7 mesi a seconda delle giornate di lavoro “particolare” svolte durante gli anni di servizio.