Le ultime notizie sulle pensioni ci rivelano che vi sono grosse novità in arrivo per i lavoratori del settore edile ed affini, cioè per quei lavoratori che sono sottoposti a continui sforzi e mansioni usuranti dal punto di vista fisico. Occorre riconoscere anche a questa categoria di lavoratori i benefici previdenziali previsti per i lavori usuranti.Tutto ciò è stato messo nero su bianco dal Partito democratico con la presentazione un disegno di legge ed al vaglio della commissione lavoro della Camera.

Ddl Damiano-Gnecchi su lavori usuranti, novità rilevanti in arrivo

Il progetto è sostenuto, possiamo affermare anche fortemente voluto,dal vero paladino dei lavoratori, l'ex Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, e dall'Onorevole Maria Luisa Gnecchi, il primo presidente della commissione Lavoro della Camera, la seconda componente della medesima. Obiettivo dei firmatari del disegno di legge è quello di prevedere ed assegnare gli stessi benefici dei lavoratori che svolgono mansioni usuranti anche a quelle categorie che svolgono lavori che a lungo andare si dimostrano essere più che logoranti, come appunto i lavoratori del settore edile ed affini.

Le risorse devono essere ricercate, scrivono i presentatori della proposta, nei fondi destinati a questo scopo e che sono rimasti sottoutilizzati.

Finalità del disegno di legge: allargare la platea degli usuranti

Il disegno di legge Damiano-Gnecchi persegue l'obiettivo di allargare la platea di coloro che svolgono attività a lungo andare catalogate come “usuranti”, come gli operai del settore edile e i cosiddetti “lavoratori in altezza”, cioè quei che lavorano “su scale aeree, con funi a tecchia o parete, su ponti a sbalzo, su ponti a castello installati su natanti, su ponti mobili a sospensione”, come recita il decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 374. Nella fattispecie si fa riferimento ai gruisti e a chi lavora sui tetti.

Il disegno di legge del partito democratico precisa anche che nella classificazione dei lavori usuranti bisogna tener conto di quei lavoratori che praticano attività con elevato rischio sia sul piano sanitario sia su quello della incidenza degli infortuni sul lavoro. Il comparto dell’edilizia è uno dei settori lavorativi in cui gli infortuni hanno un'incidenza assai elevata ed a nulla sono valsi alcuni correttivi legislativi.  Pertanto nella proposta Damiano-Gnecchi viene previsto il pensionamento di queste categorie di lavoratori a partire da un minimo di 61 anni e 7 mesi con 36 anni di contributi o con 62 anni e 7 mesi di età e 35 di contributi. L'iter legislativo è solo all'inizio e ne seguiremo lo sviluppo. Pertanto, se volete essere sempre aggiornati, cliccate su “segui” posto in alto sopra al titolo.