Non solo in Italia, ma anche nel resto d'Europa i ministeri della Salute monitorano in questi giorni la febbre Dengue, per combattere la quale esistono due vaccini approvati dall'OMS.
Il Ministero della Salute in Italia ha in particolare predisposto la disinfettazione degli aerei che provengono dal Sud America, principalmente dal Brasile, dove è maggiormente diffusa questa epidemia trasmessa dalle zanzare della specie Aedes Aegipty, che di base non è presente sul territorio italiano e di cui si vuol quindi evitare l'arrivo.
I sintomi e l'origine della febbre Dengue
L'Istituto Superiore di Sanità spiega che la febbre Dengue è causata da quattro virus molto simili e che viene trasmessa dalle punture di zanzare. Il contagio non avviene quindi direttamente da uomo a uomo. Il virus circola nel sangue della persona infetta dai due ai sette giorni, provocando febbre anche molto alta, per circa una settimana.
I sintomi più comuni sono forti mal di testa associati a dolori alle articolazioni, ma anche nausea e vomito e irritazioni della pelle, dopo tre o quattro giorni dall’insorgenza della febbre, la quale può arrivare anche a superare i 40° di temperatura. Il decesso - secondo quanto riporta l'ISS - avverrebbe in "rari casi", pari circa all'1% dei soggetti contagiati.
I vaccini sono un rimedio
L'Istituto Superiore della Sanità spiega che sono allo studio una serie di vaccini, dopo che è aumentata la diffusione della malattia. Aver contratto già la febbre Dengue, infatti, protegge solo contro il virus che l’ha causata, ma non contro gli altri tre tipi virali.
Al momento in Italia sono stati approvati due vaccini, entrambi tetravalenti con virus attenuato.
Uno è il Dengvaxia, che però secondo l'Oms può essere somministrato solo a persone che abbiano già contratto la malattia. L'altro è il Qdenga, che è invece stato approvato per tutti i soggetti di età superiore ai 4 anni e si basa su due dosi (a tre mesi di distanza l'una dall'altra) da 0,5 millilitri.
Nel frattempo vengono portate avanti delle azioni di prevenzione, come la disinfestazione sugli aerei prevenienti dal Sud America.
La malattia è endemica da anni, ma dal 2019 i casi sono aumentati in tutto il globo: il picco è stato nel 2019, con 5,2 milioni di casi. Quasi 5 milioni invece i casi nel 2023 a livello mondiale. In particolare in Italia sono stati 82 i casi confermati notificati nel corso dell'anno 2023: precisamente in provincia di Lodi (41 casi confermati), in provincia di Latina (due casi) e nella città Metropolitana di Roma (39 casi).