Continuano ad arrivare importanti contributi sul tema delle Pensioni grazie a Cesare Damiano. Le novità di oggi riguardano le dichiarazioni che il presidente della commissione Lavoro alla Camera ha rilasciato nel corso della giornata di ieri, in relazione sia alla pensione anticipata sia alla discussione sui lavoratori precoci e l'ultima salvaguardia per gli esodati.
Non passa giorno che Damiano non ricordi la scadenza tra virgolette naturale del dibattito sul tema pensionistico, quella di settembre, prima del referendum costituzionale.
Cesare Damiano: 'Calo pil non comprometta scelte sociali in stabilità'
Avanti tutta con la riforma delle pensioni. E non può essere altrimenti per Damiano, convinto sostenitore della modifica della Legge Fornero, da cui passa, sottolinea l'ex ministro del Lavoro, anche l'esito del referendum costituzionale. Un'eventuale vittoria del no sarebbe una reale catastrofe per il Partito democratico e Matteo Renzi, che si vedrebbe costretto ad assumersi la responsabilità politica del responso negativo da parte della popolazione.
Le dimissioni sarebbero la conseguenza più ovvia. Per vincere il referendum è fondamentale, afferma Damiano, occuparsi in primo luogo delle scelte sociali, per i più poveri. Per questo motivo la riforma previdenziale riveste un ruolo fondamentale, così come il cumulo gratuito dei contributi e l'ottava e ultima salvaguardia per gli esodati, una delle categorie più colpite dalla riforma Fornero negli ultimi 4 anni. Damiano ha dichiarato nel weekend che un eventuale rinvio delle scelte sociali nella prossima legge di Stabilità a causa delle stime al ribasso del pil sarebbe inaccettabile e che ogni sforzo debba andare in questa direzione.
Lavoratori precoci: 'Flessibilità a costo zero'
Nel suo ultimo intervento Cesare Damiano ha voluto sottolineare inoltre l'importanza di una flessibilità a costo zero per diversi soggetti, tra cui i lavoratori precoci.
Negli ultimi giorni si è discusso a lungo sulla definizione di 'veri precoci', vale a dire gli unici che dovrebbero rientrare nel sistema allo studio del governo che è stato chiamato 'uscita precoci', di cui potranno usufruire, stando alle ultime indiscrezioni, soltanto coloro che effettivamente hanno maturati due anni di contributi tra i 14 e 18 anni. Senza questi l'uscita a 41 anni non sarebbe possibile. Eventuali aggiornamenti arriveranno ne prossimi giorni. Va da sé che qualora le scelte dell'esecutivo dovessero andare in questa direzione difficilmente la platea dei precoci verrebbe accontentata nelle sue richieste.