Un decreto legislativo del 2011, il n°67 ha disciplinato in modo particolare la pensione anticipata per i lavoratori impegnati in attività usuranti e lavoro notturno. Tutti lavoratori ai quali si applicano regole diverse dagli altri quando si tratta di andare in pensione. Una misura ancora valida che ha subito modifiche nell’ultima Legge di Bilancio ma che ancora devono essere messe in atto.
Infatti, come sottolineato da una nota della UIL, a firma del suo segretario confederale Domenico Proietti, il decreto attuativo delle novità a 9 mesi dalla manovra finanziaria, non è ancora uscito. Senza contare che in molti casi per queste particolari categorie di lavoratori, l’accesso alle altre novità previdenziali del 2017, come APE o quota 41, non è fattibile. Ecco tutto quello che bisogna sapere della pensione per usuranti, a partire dal funzionamento delle quote.
Quali sono i lavori usuranti
I lavori usuranti, categorie previste dalla normativa italiana per la prima volta nel 2008, sono elencati dall'Inps sul suo portale ufficiale.
Lavori sotterranei o dentro le classiche gallerie, quelli a stretto contatto con materiali pericolosi e nocivi (esempio l'amianto) , forni e attività in spazi limitati. Poi ci sono gli autisti di bus, tram e così via, e i lavoratori impiegati nelle produzioni a catena di montaggio. Come il lavoro usurante, anche il notturno gode delle stesse agevolazioni in materia pensionistica. Lavoro notturno è quello svolto per 78 giorni all'anno tra la mezzanotte e le ore 6 del mattino o in alternativa, per solo 3 ore a notte ma per un intero anno di lavoro.
Requisiti per accedere all’anticipo
Per questi lavoratori la pensione si può richiedere con 61 anni e 7 mesi di età, a prescindere dal sesso, quando si centrano contestualmente 35 anni di versamenti contributivi e la quota 97,6.
Per queste tipologie di attività infatti, le regole previdenziali vigenti prevedono il sistema delle quote. Necessario anche che tali attività siano state svolte in 7 degli ultimi 10 anni prima della richiesta di accesso. Ma come funziona la quota? il meccanismo di calcolo prevede anche le frazioni di anno. Un lavoratore nato il 1° marzo del 1957 che raggiungerebbe i requisiti anagrafici e contributivi ad ottobre 2018 si troverebbe con la giusta quota solo avendo lavorato 1870 settimane piene, cioè con la corrispettiva contribuzione versata.
Novità e domanda
Come dicevamo si resta in attesa di un decreto che dovrebbe ufficializzare quanto previsto nell’ultima Stabilità. Il decreto che aboliva il meccanismo delle finestre mobili per questa misura.
Infatti, alla pensione anticipata per usuranti la decorrenza delle prestazioni era spostata in avanti di 12 mesi rispetto alla data di conseguimento dei requisiti. nella nuova versione, la decorrenza parte come per tutte le normali prestazioni pensionistiche, dal 1° giorno del mese successivo a quello di maturazione del diritto alla pensione. Le novità 2017 hanno previsto per questi lavoratori che rientrano anche tra i cosiddetti “precoci” (un anno di contributi accumulati prima dei 19 anni di età), la possibilità di accedere alla pensione anticipata con la quota 41, a condizione di aver svolto le mansioni usuranti per almeno sette degli ultimi dieci anni di lavoro o in alternativa, per la metà della vita lavorativa.
Niente da fare per l’Ape sociale, cioè per la pensione a 63 anni con 30 anni di contributi se invalidi, caregivers o disoccupati e nemmeno con 36 anni nel caso si svolgano lavori gravosi (le 11 categorie previste dalla manovra dello scorso anno), ma evidentemente, non usuranti. La Legge di Bilancio 2017 ha disposto che per accedere al beneficio gli interessati devono presentare una domanda di certificazione all’Inps. In pratica entro il 1° Maggio dell’anno precedente a quello in cui si maturano i requisiti bisogna chiedere all’Inps di certificare il diritto alla pensione. Per il 2017 la domanda andava prodotta entro il 1° marzo scorso, anche se il ritardo non preclude il diritto alla pensione, ma fa perdere 3 mesi di pensione. In pratica, per coloro che raggiungeranno i requisiti nel 2018, presentare istanza oggi significa differimento della decorrenza di tre mesi.