Si entra nella stagione delle dichiarazioni dei redditi con il modello 730/2018 già approvato dall’Agenzia delle Entrate. Le dichiarazioni reddituali servono per pagare le tasse al Fisco, ma anche per recuperare ciò che spetterebbe di diritto ai soggetti dichiaranti e che non vengono erogati per una serie di motivi da parte dei datori di lavoro. Naturalmente bisogna avere un contratto in piena regola perché solo i Lavoratori regolarizzati possono sfruttare i diritti che lo stesso contratto offre.
Nel lavoro domestico per esempio, il datore di lavoro non funge da sostituto di imposta, cioè non effettua i conguagli fiscali con le tasse da pagare ed i rimborsi da erogare. Il lavoratore regolare deve provvedere da solo a mettersi a posto fiscalmente con le normative vigenti. Il datore di lavoro è tenuto esclusivamente a versare i contributi previdenziali per il lavoratore, contributi che danno diritto a maternità, malattie ed anche alla disoccupazione nel caso di perdita del posto di lavoro.
La disoccupazione Inps
Anche ai lavoratori domestici assunti con regolare contratto spetta l’assegno mensile di disoccupazione.
Oltre che essere assunti, per percepire la naspi è necessario aver perduto il posto di lavoro involontariamente. In pratica la Naspi è concessa per licenziamenti, scadenza contratto ma non per le dimissioni. Esiste però la possibilità di percepire lo stesso la Naspi nei casi di dimissioni per giusta causa, ma in questo caso il lavoratore deve rivolgersi alla Direzione Territoriale del Lavoro spiegando i motivi delle dimissioni (mancato pagamento di stipendio o condizioni di lavoro particolarmente vessatorie per esempio) per farsele convalidare come giuste.
Regole e requisiti
Un lavoratore domestico che rispetta il requisito della perdita di lavoro involontaria deve aver lavorato per determinati periodo per percepire la Naspi.
Per la disoccupazione 2018 deve avere almeno 13 settimane di lavoro regolare nel quadriennio 2014-2017 ed almeno 30 giorni di lavoro nel 2017. La domanda va presentata all’Inps dopo essersi iscritti nelle liste di collocamento entro 68 giorni dalla data di perdita del lavoro. La Naspi viene erogata per un periodo pari alla metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente la data di presentazione della domanda. Gli importi erogati sono pari all’80% della retribuzione media sempre del quadriennio di osservazione e va a ridursi del 3% per ogni mese di fruizione successivo al terzo.
Bonus 80 euro
Il Bonus da 80 euro, quello comunemente chiamato Bonus Renzi è stato confermato per il 2018 nella Legge di Stabilità.
Per percepirlo bisogna rientrare in determinate fasce reddituali, una minima ed una massima. Le soglie di riferimento sono 8.000 euro per quella minima e 26.600 per quella massima. Le cifre massime sono state aumentate proprio dalla manovra finanziaria in vigore dallo scorso 1° gennaio. Nel lavoro domestico come dicevamo l’erogazione mensile del bonus non avviene in busta paga perché il datore di lavoro non funge da sostituto di imposta. Chi non ha ricevuto il bonus potrà presentare il modello 730/2018 (modello e istruzioni sono già pubblicate sul sito delle Entrate) senza sostituto che permette di far effettuare i conguagli direttamente con l’Agenzia delle Entrate. Va ricordato che se il contribuente, in questo caso la badante o la colf, ha un’imposta lorda inferiore alle detrazioni per lavoro dipendente previste, non potrà richiedere il Bonus.
In pratica se non si devono pagare imposte impossibile recuperare il Bonus. Se c’è Irpef da pagare o se la stessa è zero per via delle detrazioni per familiari a carico, le 80 euro al mese (960 euro annue) sono richiedibili.