Come già tutti sanno, il patto stipulato fra Lega Nord e Movimento 5 Stelle prevede l'introduzione di un meccanismo di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro: la cosiddetta quota 100, che secondo vari economisti potrebbe comportare un costo pari a circa 15 miliardi di euro.

Rossi preme il governo sulla Quota 100

Cosa che appare ben diversa secondo le prospettive di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che nel contratto di governo avrebbero indicato lo stanziamento di circa 5 miliardi di euro per attuare la misura.

Con Quota 100, infatti, si darebbe la possibilità a migliaia di lavoratori di lasciare in anticipo l'attività lavorativa dopo il raggiungimento di almeno 60 anni di età anagrafica con il versamento di 40 anni di contributi; ipotesi che costerebbe non poco per le casse statali secondo molti analisti. E non manca il pressing del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il quale continua tuttora a sottoporre al nuovo governo il problema che ormai da anni attanaglia molti lavoratori e pensionati italiani: "Il governo Conte faccia subito quota 100", ha affermato ricordando la necessità di intervenire con cose utili e interessanti come ad esempio il delicato tema sulla previdenza.

Lo stesso Rossi avrebbe ricordato che le misure come l'Ape Sociale, la Rita e l'Ape volontario messe in campo dal precedente governo Renzi abbiano comportano un costo maggiore rispetto a quello ipotizzato per Quota 100 e che quindi la misura potrebbe essere attuata. Una parte dei risparmi, infatti, potrebbe essere accantonata non introducendo la cosiddetta flat tax visto che, a parere del Presidente della Toscana, avvantaggerebbe coloro che hanno redditi alti.

Patriarca propone l'uscita a 64 anni

Anche secondo Stefano Patriarca, consigliere economico di Palazzo Chigi, il meccanismo di Quota 100 sarebbe una misura degna di nota anche se con una piccola modifica: introdurre un'uscita a partire dai 64 anni di età anagrafica al fine di rientrare nei canoni previsti dal contratto Lega-M5S. Dando la possibilità di lasciare il lavoro con un'età minima di 64 anni, infatti, l'intervento potrebbe essere compatibile con i 5 miliardi messi nel contratto dai due leader di Lega e M5S ma nello stesso si correrebbe il rischio di avvantaggiare tutti coloro che hanno redditi alti oltre a carriere lunghe e stabili e creare un disagi per coloro che hanno carriere discontinue. Lo stesso Patriarca, inoltre, avrebbe ricordato che non ci sarebbero i fondi per finanziare la proroga dell'Opzione Donna.