Quaranta anni fa veniva pubblicato “Io Che Non Sono L’Imperatore” di Edoardo Bennato. L’album che, fedele allo stile del cantautore di Bagnoli, attaccava parodisticamente lo status quo con canzoni come “Affacciati Affacciati” rivolta addirittura al papa.
L'opera presentava in copertina il progetto di una futura rete metropolitana della città di Napoli, oggetto della tesi di laurea in architettura di Bennato.
Una tesi dal titolo "Ristrutturazione della zona dei Campi Flegrei con particolare riferimento alle reti di trasporto urbano collettivo”.
La metropolitana immaginata da Bennato
All’epoca dell’uscita di “Io Che Non Sono L’Imperatore”, i cantieri per la realizzazione della “metropolitana collinare”, l’attuale Linea 1, erano già iniziati, un paio d’anni dopo la discussione della tesi da parte di Bennato, a Piazza Medaglie d’Oro, affidati alla società “Metropolitana Milanese S.p.A.” a conclusione di una lunga trattativa cominciata nel 1968, quasi dieci anni prima. Il modello che ispirava il progetto era infatti proprio la città di Milano, con il suo servizio ferroviario efficiente e capillare da anni.
I lavori della prima tratta, quella Colli Aminei-Vanvitelli, si sarebbero conclusi solo nel 1993. Il progetto di Bennato, raffigurato sulla copertina dell’album, era però molto più esteso e ambizioso. La metropolitana progettata nella tesi di Bennato e disegnata sulla copertina era molto più orientata ai collegamenti con l’immediata provincia, con delle grandi stazioni di interscambio simili al modello della Metropolitana di Parigi. In particolare, Bennato criticò aspramente il progetto ufficiale, poiché non prevedeva la ristrutturazione di linee già esistenti, come la Circumflegrea, la Circumvesuviana e alla Alifana (che non esiste più). Bennato sarebbe tornato sull’argomento all’epoca della sua attività musicale con i Blue Stuff con lo pseudonimo di Joe Sarnataro, con “Sotto Viale Augusto che ce sta“, che denunciava nel 1992 lo scandalo della costruzione dell’attuale linea 6, concepita in occasione dei mondiali di Italia ’90 e bloccata per anni.
“Io stò 'e casa a Fuorigrotta e vulesse ‘na risposta pe’ piacere, si qualcheduno e vuie o sà, m' o dicesse, sotto viale Augusto che ce stà?..”.
“La Città Obliqua”
Altro progetto del Bennato architetto fu quello della “Città Obliqua”, al quale il cantautore dedicò una canzone dal titolo, appunto, “La Città Obliqua” nell’album “Ok Italia” del 1987. Il progetto prevedeva la trasformazione in scale mobili delle scalinate storiche della città di Napoli, che fungono da secoli al collegamento dei quartieri bassi con la zona collinare. L’ispirazione era quella di una città modernamente collegata, efficiente e dalle suggestive vedute paesaggistiche, come testimonia l’inizio del brano “Non è piana, non è verticale, è una linea che sale in collina, è una strada che parte dal mare il percorso della città obliqua. Scale mobili sotto la luna, diagonali e passaggi segreti, un cammino che esiste da sempre, il tesoro della città antica...”. Il progetto non è mai stato realizzato.