Tempi davvero tosti per gli ausiliari del traffico. Quegli omini con una scritta sul di dietro che spuntano come funghi sotto la pioggia quando meno te l'aspetti. Non hanno l'autorità di un vigile, ma hanno un unico compito ingrato quanto pericoloso: quello di fare multe a chi non si munisce di titolo di parcheggio dove è previsto.

La logica abusiva

Si, perché a Napoli non è scontato fare multe alle auto in divieto, e il pericolo grosso non è l'escandescenza di qualche automobilista che "si è assentato solo un momento", o sostiene " ho girato mezz'ora ma non ho trovato la colonnina dei ticket", o "fate le multe perché al comune servono soldi".

Il pericolo è la contesa del territorio, che per quanto coincidente con il piccolo rettangolo delle strisce blu, ha dei pretendenti agguerriti e dispostissimi a sostituire il monopolio comunale con un altro "familiare". Sono convinti insomma di esercitare quello che una volta si chiamava "esproprio proletario" e cioè il diritto di appropriarsi di cose e spazi altrui per fini di sopravvivenza, che legittimano l'abolizione, seppure limitata, della proprietà. Chi di voi non ha chiesto ad un parcheggiatore abusivo se non rischiasse la multa concedendo l'obolo di “stramacchio” e si è sentito rispondere "questa è zona mia, qua nessuno fa multe"? Uno un po' ci crede un poco no, ma di fronte a tanta sicumera, immagina un qualche accordo sottobanco, un lasciar campare.

Il fatto

Che invece non è, o almeno non lo è in questo caso, in cui un ausiliare del traffico s'era messo in testa di portare il regolamento comunale nientemeno che in area "protetta" in quel di Piazza San Francesco di Paola. Zona "autogestita" da un abusivo quarantasettenne probabilmente con una disonorata carriera di parcheggiatore abusivo alle spalle, sicuramente già noto alla legge per resistenza e lesioni.

L'uomo che aveva garantito con la sua parola l'impunità ai clienti, che figura c'avrebbe fatto? E la piazza ormai rovinata dal tam tam? Allora ha fronteggiato l'ausiliare mettendo le cose a posto (dal canto suo). La zone era sua e lì non poteva prendere targhe e elevare verbali. Quando l'ausiliare ha replicato che quello era il suo lavoro, allora non c'ha visto più: l'ha strattonato con rabbia e minacciato di andarlo a prendere sotto casa.

Ma l'ausiliare, seppur costretto con la violenza ad andare, non ha rinunciato al dovere di buon cittadino e a terminare il suo compito di dipendente in maniera esemplare rivelando tutto ai carabinieri, che in quattro e quattro otto hanno acciuffato il "proletario".