L'estate 2020 saluta l'arrivo della "Sfogliatella happy hour experience", un aperitivo "neapolitan style" a base di spritz, sfogliatelle rustiche e taralli 'nzogna e pepe, come spiega l'ideatore Vincenzo Ferrari. L'imprenditore ha inoltre ha presentato una rivisitazione della sfogliatella riccia, un classico della pasticceria napoletana.

Dalla sfogliacampanella alla sfogliatella salata

Il figlio d'arte già nel 2015 aveva ideato una versione alternativa della sfogliatella napoletana, ovvero la sfogliacampanella. Si tratta di una sfogliata riccia e un babà mignon in un cuore di cioccolata e mousse di ricotta.

A Milano questo dolce ha avuto un'ulteriore variante nata dal connubio tra sfogliatella e panettone, lo sfogliapanettone.

Durante la giornata del 25 luglio, il titolare di SfogliateLab ha presentato alla stampa lo Sfogliatella happy hour experience con spritz e diversi gusti di sfogliate salate. Le sfogliatelle sono un dolce tipico di Napoli, tantissimi i posti in cui poterle gustare durante tutte le ore della giornata.

Dallo storico Attanasio, al più moderno Scaturchio, non mancano le pasticcerie che vi faranno sognare.

Lo spritz a Napoli tra sfogliatelle e taralli

Durante i pomeriggi estivi, l'aperitivo all'italiana è uno dei migliori momenti di relax in vacanza, ma anche quando ci si concede qualche ora di shopping oppure al termine di una giornata di lavoro.

Lo spritz è uno dei long-drink alcolici più popolari in Italia. È nato in Veneto, ma col tempo si è diffuso in tutte le città della penisola, Napoli compresa. Nel capoluogo campano è possibile gustare degli aperitivi tipici che, accanto alla storica bevanda alcolica veneta, presentano dei prodotti della tradizione gastronomica locale. Tra questi, oltre alla sfogliatella, spesso ci sono i taralli sugna e pepe, biscotti che uniscono il sapore dolce delle mandorle a quello piccante del pepe in un mix equilibrato.

I taralli napoletani hanno un'origine piuttosto antica, infatti derivano dall'usanza dei fornai partenopei di intrecciare gli avanzi del pane, ai quali aggiungevano della sugna e del pepe. A partire dal 1800, poi, sono state introdotte nella ricetta anche le mandorle.