Chiedete a un qualsiasi deputato del PD il perché si stia facendo questa riforma del Senato e vi risponderà "l'Italia richiede un governo stabile, ha bisogno che chi vinca le elezioni sia in grado di governare", come un mantra, con piccole variazioni e con l'uso di qualche parola diversa, bene o male tutti risponderanno in questa stessa maniera, il succo del loro discorso sarà questo.

Ora, partendo dal presupposto e dalle dichiarazioni di Renzi che questo governo durerà almeno fine a fine legislatura e che, quindi, ci sarebbe stato tutto il tempo di fare questa riforma in maniera più partecipativa e democratica, vi sembra questa la priorità che dovrebbe avere il governo Renzi?

Siamo allo sbando, il debito pubblico è enorme e gli interessi su questo debito, in aumento così come il debito, cancellano ogni prospettiva di rilancio del Paese e questi che fanno? La riforma del Senato! Ogni giorno chiudono centinaia d'imprese, è cancellata un pezzo d'Italia economica e questi che fanno?

La riforma del Senato!

I disoccupati hanno raggiunto percentuali spropositate in Italia e questi che fanno? La riforma del Senato! I consumi continuano a crollare, le piccole aziende chiudono e questi che fanno? La riforma del Senato! I debiti della pubblica amministrazione verso i privati non sono pagati, facendo di questi enti i morosi peggiori d'Italia e questi che fanno? La riforma del Senato!

Ancora ricordo le slides di Renzi, ricordo quell'aria di soddisfazione che aveva nell'illustrarle, era come se, scrivendo su quelle slides e aggiungendovi sotto "68 miliardi entro luglio", il problema di cui trattavano fosse stato risolto, risolto e accantonato. Ricordo l'enfasi del suo annunciare "una riforma al mese" e la sua certezza di riuscire a farlo, ricordo tutto questo e ricordo che pensavo, come tanti italiani, "Ma questo Renzi lo sa che siamo sull'orlo del baratro e che, nonostante questo, ancora continuiamo a mantenere i politici più pagati al mondo?

Questo Renzi lo sa che se tocca qualche privilegio dei politici è defenestrato immediatamente?"

Certo, a sentirlo illustrare quelle slides sembrava facile e fattibile quello che diceva, sembrava che chi c'era stato prima al governo, lo avesse fatto senza accorgersi che la soluzione era lì, a portata di mano, con un sacco di miliardi pronti da essere spesi per far tornare l'Italia ai vertici. Ora di quelle slides non se ne parla più, di quelle promesse non mantenute è scabroso parlarne, chi chiede lumi su queste storiche riforme che aveva annunciato, da Renzi riceve solo un risolino, una specie di ghigno sardonico, come a sottintendere una qual certa ignoranza da parte dell'intervistatore, poiché il grosso è stato fatto ed è lui a non vederlo.

Francamente, forse sarò scemo come quei pochi intervistatori che chiedono ancora a Renzi notizie su quelle riforme, ma io non vedo nessuna di quelle promesse adempiute finora.

E non parlatemi degli 80 euro in busta paga, quelli sono serviti solo come spot elettorale e i danni che ne verranno li pagheremo in autunno, quando questo governo sarà costretto a fare una manovra di qualche decina di miliardi per mettere una pezza, manovra già preventivata da persone vicine a quel governo, con l'incarico ben preciso d'individuare ben 17 miliardi di spese da ridurre. Cottarelli, commissario per la spending review, è stato allontanato solo perché si diceva perplesso sulla bontà della scelta di Renzi di prenotare, a priori, risparmi ancora da realizzare, per finanziare la nuova spesa corrente, la cosiddetta "quota 96" per quattromila insegnanti e che non potranno essere abbassate le tasse se si spendono i risparmi.

Cottarelli adesso sa che la verità non si dice, se si tiene al posto. Comunque, io ricordo Renzi con le slides e so che da una riforma al mese, come promesso, si è passati a "una riforma sola c'interessa, quella del Senato!" Alla fine saremo una nazione disastrata, nell'economia e nella vita reale, con milioni di disoccupati, ma avremo la riforma del Senato.