"Satana" deriva dall'ebraico e significa avversario, accusatore. Il Satàn era originariamente colui il quale svolgeva il ruolo di accusatore in tribunale. Analogamente, oggi, la manifestazione satanica per definizione non è vista nell'ostentazione (per debolezza o voluttà) della carne, bensì nella potenza e possibilità che lo spirito (nella sua libertà) ha di pervertirsi contro Dio, volendo farsi simile a lui, volendo sostituirsi a lui, volendo giudicare Lui e per Lui.
Scimmiottamento dello scimmiottamento
A proposito di quanto alcuni giornalisti hanno scritto in questi giorni contro il buon nome di Papa Francesco, essendo ancora più provocatori ci permettiamo di dirlo: magari l'attacco degli ultimi giorni fosse venuto dal Satana originale! Stando a quanto è stato scritto da giornalisti (italiani e non) contro Papa Bergoglio in questi giorni, ci rendiamo conto di avere a che fare non più con Colui che scimmiotta Dio ma addirittura con coloro che scimmiottano Colui che scimmiotta Dio. Ci permettiamo di parlare di scimmiottamento dello scimmiottamento perchè ora non si tratta più solo di un peccato di principio (volersi sostituire al Papa e alla Chiesa, giudicare sostituendosi a Dio) ma addirittura dell'attualizzazione di un peccato di principio attraverso diverse pecche di fatto.
Dal peccato di principio alle pecche di fatto
A tal proposito, un articolo dei "satanici" cui poter far riferimento, è apparso il 25 ottobre su Libero con il titolo "Socci svela il trucco del Papa. Così Francesco ha fregato il Vaticano". Qui Antonio Socci fa riferimento ad un presunto tentativo operato da Papa Francesco al fine di "scardinare la Chiesa cattolica così come l'abbiamo conosciuta per duemila anni". In realtà, già questa semplice affermazione potrebbe bastare a saggiare la presunzione nella contraddizione. Nel corso degli ultimi duemila anni è infatti impossibile parlare di una identica fisionomia della chiesa, infatti, senza necessariamente ripercorrere la storia degli scismi, lo stesso Concilio Vaticano II (1965) ha rappresentato un momento di cambiamento certamente più forte e ampio rispetto al Sinodo sulla famiglia di questi giorni.
Possiamo affermare con tranquillità che se c'è qualcosa di fisso e stabile a proposito della tradizione della Chiesa questo qualcosa è proprio la continua modificazione della prassi pastorale. Per dirla con le parole dello stesso Papa Francesco "Il primo dovere della chiesa non è quello di distribuire condanne o anatemi, bensì quello di annunciare la misericordia di Dio, richiamando alla conversione e alla salvezza tutti gli uomini". Da qui la necessità di un dibattito serio anche a proposito di tematiche, e con interlocutori, molto distanti rispetto a ciò che è considerata essere l'identità della Chiesa. Tutto ciò ha rappresentato per la Chiesa uno dei momenti più seri di ascolto e, allo stesso tempo, una delle testimonianze più forti della propria identità. A proposito dei frutti, tutt'altro che malevoli del Sinodo, è possibile consultare il testo integrale della relazione finale del Sinodo già disponibile in rete.