Nel ordine del giorno del consiglio comunale di Palermo è stata inserita una mozione, su proposta dei consiglieri Mangano e Monastra, per liberalizzare la coltivazione, il possesso e l'utilizzo delle droghe leggere. Tra i 30 partecipanti al consiglio, sono stati 27 quelli che hanno votato a favore e 3 gli astenuti. Prende vita così, dalle mani del sindaco Leoluca Orlando, l’impegno di sollecitare al Parlamento il cambio della normativa attuale, aprendo un dibattito serio sul consumo di Cannabis.

È consigliabile liberalizzare le droghe

Filippo Occhipinti, capogruppo dei Comitati Civici, al consiglio comunale ha dichiarato che legalizzare e regolamentare le droghe leggere permetterebbe ai consumatori di non essere più vittime di ricatti e liberarsi così dal giogo degli spacciatori. Inoltre sottolinea che la gestione della vendita in forma legale, permetterebbe una qualità migliore del prodotto evitando così spiacevoli conseguenze: come il diffondersi di sostanze non controllate e potenzialmente pericolose.

Antonella Monastra del Pd sostiene che, dai dati ufficiali dello Stato, risulta che il 50% dei detenuti nelle carceri italiane siano stati giudicati per reati legati agli stupefacenti e sottolinea come il 20% dei suicidi nei penitenziari avviene durante la prima settimana di detenzione e solitamente riguarda persone con un’età compresa tra i 18 e i 30 anni.

Sempre secondo la consigliera comunale l’attuale legge colpisce indistintamente gli spacciatori e chi si trova in possesso di una quantità di cannabis per uso personale di poco superiore al limite legale, marchiando così la vita di giovani spesso inconsapevoli di star commettendo un reato.

Cosa ne pensano i detrattori della liberalizzazione

Uno dei consiglieri astenuti alla votazione è Salvo Alotta del Pd, che ha espresso dubbi sul provvedimento in quanto legalizzare il commercio non risolverebbe il problema del consumo di droghe. Il consigliere vede molto più utile passare per un processo di sensibilizzazione della popolazione, puntando sulla formazione e sulla prevenzione.

Anche l’art. 32 della Costituzione recita “La Repubblica tutela la Salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività” e molti detrattori della liberalizzazione si appellano a quest’articolo pensando alle possibili ripercussioni sulla salute pubblica derivanti dall'uso della cannabis.

Va anche considerato che la legalizzazione aprirebbe uno spiraglio alla ricerca e si diffonderebbe l'uso terapeutico di queste piante con la creazione di nuovi farmici che potrebbero portare giovamento alla salute pubblica.

In netto contrasto, invece, il monopolio di stato, responsabile della vendita di sigarette nel nostro paese: la vendita continua nonostante sia stato provato come questo prodotto sia la causa diretta di varie malattie mortali i cui effetti vengono, ormai da qualche anno, ribaditi sulle confezioni.