Il taglio di 2,3 miliardi alla sanità è passato quindi adesso ci si attende una riorganizzazione degli ospedali e degli ambulatori. Molto probabile una stretta su analisi, visite e lastre, oltre all'introduzione di penalizzazioni nei confronti dei medici che firmeranno prescrizioni non necessarie con la decurtazione di parte dello stipendio. Entro questo mese il ministero della Salute è tenuto a presentare i nuovi protocolli che dovrebbero garantire una riduzione degli sprechi: dalle analisi del sangue, alla Tac, fino ai ricoveri.
I tagli riguardano circa il 15% delle prestazioni che vengono erogate gratuitamente dal servizio sanitario nazionale. Nei prossimi cinque anni, il risparmio è stimato intorno ai 10 miliardi. Si va dal risparmio su beni e servizi a cui si sommerà quello sul personale, fino ai risparmi su ricoveri e diagnostica.
Con queste nuove misure anche le prestazioni saranno ridotte di 28 milioni ogni anno. Le analisi e gli esami inutili garantiranno un risparmio di oltre 13 miliardi l’anno a tutto il sistema sanitario. Per ora i tecnici del ministero della Salute sono al lavoro insieme ad altre otto istituzioni per stabilire i punti sul quale è necessario intervenire e, sembra, sia stata elaborata anche una lista nera.
Le novità del Decreto
Per cercare di arginare il fenomeno del cosiddetto 'consumismo sanitario' potrebbe essere introdotto un meccanismo secondo il quale nel caso serva più di un accertamento, dal secondo in poi pagherà il servizio sanitario solo se il primo indica che gli altri sono necessari per una corretta diagnosi. O nel caso di accertamenti su una terapia a cui si è sottoposti
Novità anche per la Tac, la risonanza magnetica e le ecografie. Le prescrizioni saranno su misura, ossia, solo in casi di effettiva necessità poiché trattasi di esami costosi. Il medico di base dovrà attenersi scrupolosamente al nuovo protocollo altrimenti rischia la riduzione del suo stipendio. Per quanto riguarda i ricoveri, invece, saranno accorciati i tempi per alcune patologie.
I giorni in più in corsia si traducono in miliardi a carico del servizio sanitario. Una volta dimesso il paziente, comunque, sono previsti dei servizi di assistenza nel proprio quartiere come, ad esempio, le cure domiciliari ma solo poche Regioni offriranno questa possibilità.