È iniziata in questi giorni la vera e propria campagna referendaria. Già da Bosco Albergati, il Presidente del Consiglio e segretario del Pd, parlando alla festa de l'Unità ha iniziato a rincarare la dose sugli effetti positivi della riforma sull'Italia. "Ho sbagliato" - ha detto Matteo Renzi "ho personalizzato troppo, ora vi chiedo una mano col meccanismo dei comitati, a cui dobbiamo portare anche chi non ha votato Pd".
I comitati del Sì al lavoro per l'affluenza
Sull'affluenza si giocherà il tutto per tutto. Infatti, se è vero che ci sono moltissimi elettori indecisi, entrambi gli schieramenti dovranno cercare di convincere quante più persone possibili per far prevalere un Sì piuttosto che un no. Secondo un sondaggio pubblicato qualche giorno fa, il Sì sarebbe nettamente in testa, ma si lavora ancora per provare a convincere tutti gli indecisi o quelli che non hanno intenzione di andare a votare.
Le bufale sugli effetti della riforma
Intanto in rete continuano a girare delle bufale sugli effetti della riforma (qualora venisse approvata dal Popolo).
Si parla di "deriva autoritaria" e di "concentrazione del potere nelle mani di pochi". Il comitato del Sì sul suo sito ha pubblicato delle risposte a queste bufale che servono a non confondere i cittadini di fronte ad una scelta così importante come questa di novembre .
E la data?
Continuano le polemiche anche sulla data. Effettivamente il governo ha 10 giorni di tempo dall'okey della Suprema Corte per stabilire la data. Qualcuno parla del 27 novembre come possibile election day, ma niente è da dare per scontato, soprattutto con Matteo Renzi al timone. L'opposizione chiede di andare al voto il prima possibile "per mandare a casa Renzi". Ma è così scontato che se si andasse al voto domani mattina i cittadini voterebbero No solo per mandare a casa il Presidente del consiglio? Per non parlare, poi, degli effetti distruttivi che si avrebbero nel caso di vittoria del no e della conseguente caduta del governo. Lo scopriremo solo vivendo.