Il Consiglio di Sicurezza ha approvato nuove sanzioni all' unanimità che prevedono di minare le pesanti minacce di Pyongyang. Russia e Cina hanno appoggiato le più pesanti sanzioni nei confronti della Corea del Nord per alimentare le speranze che venga raggiunto l'obiettivo della denuclearizzazione della penisola e che essa arrivi ad un tavolo diplomatico.
Le sanzioni
È stata forte la risposta dell'ONU alle minacce nucleari di Kim Jong-un, visto che le nuove pesanti sanzioni dovrebbero privare il regime nordcoreano di 1,3 miliardi di dollari, influenzando negativamente la già difficile politica della Nord Corea.
l'ONU ha sancito di tagliare l'importo di petrolio e l'esportazione di prodotti tessili, di impedire il contrabbando e di porre fine a contratti di lavoro per nordcoreani all'estero. Inoltre saranno sanzionati anche elementi di spicco del regime.
La risposta del regime
Da poco il Ministero degli Esteri nordcoreano ha dichiarato che la risoluzione è stata fabbricata in USA con cattiveria per distruggere il Paese e privarlo del diritto di autodifesa, per questo ha annunciato che continueranno a difendere strenuamente la sovranità del Paese. Inoltre il Ministero ha sottolineato che questa illegale risoluzione sulle sanzioni abbia fatto capire come la Corea del Nord proceda per la strada giusta.
Ma la suddetta bocciatura nordcoreana della risoluzione del Consiglio di Sicurezza non è la prima che sentiamo, dal momento che già Han Tae-Song, inviato nordcoreano a Ginevra aveva definito le sanzioni illegali e aveva minacciato gli USA, ribadendo che andranno incontro alle "più grandi sofferenze".
Task forces sudcoreana per uccidere Kim
Contemporaneamente alle sanzioni, la Corea del Sud, secondo un articolo del "New York Times", starebbe lavorando all'addestramento di una Task Force delle forze speciali, con l'obbiettivo di uccidere il dittatore nordcoreano Kim Jong-Un. Questa non è neanche la prima volta che la Corea del Sud trama di uccidere un dittatore della regione al proprio Nord, infatti ci ha già provato negli anni sessanta, quando alcuni sicari hanno tentato di uccidere Kim Il-Sung, nonno dell'attuale dittatore, tuttavia senza riuscirci.
A confermare la decisione di istituire la "Decapitation Unit", questo il nome ufficiale dato ala Task Force, è stato proprio il ministro della difesa sudcoreano Song Young-Moo. Tuttavia è raro che una nazione annunci di volere uccidere un capo di stato, ma l'obbiettivo della Sud Corea è quello di utilizzare la minaccia per preoccupare il dittatore e fare in modo che esso arrivi ad un tavolo diplomatico.