Da pc Watson cura tumore in 10 minuti. Qualche anno fa avremmo parlato di fantascienza, o fi bufala, ma la realtà supera di gran lunga l'immaginazione e dal mondo medico-scientifico posiamo apprendere di questa utilissima e rivoluzionaria possibilità

Il caso

Il supercomputer Watson sarebbe in grado di analizzare la gran mole di informazioni mediche riferite ad un caso X, ossia un malato di cancro, ed a seguito di suggerire una terapia in base ai dati elaborati, il tutto in soli 10 minuti contro le ben 160 ore necessarie a un medico in carne e ossa per fare il punto della situazione su un complicato caso clinico.

Ad affermare ciò è uno studio pubblicato sulla rivista "Neurology Genetics" organizzato dal New York Genome Center.

Ovviamente la ricerca non era mirata ad escludere l'azione umana, ossia medica, nella lotta contro le patologie tumorali, ha voluto però evidenziare come un maggior connubio tra medico e tecnologia (uomo - computer) possa apportare significativi miglioramenti. Lo studio è consistito in una specie di "gara" tra il supercomputer ed un team esperto di ricercatori, composto da: un oncologo, un neuro-oncologo e un bioinformatico. I ricercatori hanno sequenziato il Dna del tumore prima con uno dei test normalmente in uso, e poi con un sequenziamento totale sia del Dna che dell'Rna.

I dati raccolti sono stati attentamente analizzati in maniera separata da Watson e dal team di ricercatori medici. Entrambi hanno proposto la terapia del caso, Watson ha però impiegato solo 10 minuti per giungere alle conclusioni finali, mentre il team di 'umani' ci ha impiegato 160 ore.

Nella lotta contro il cancro entrano in gioco differenti problematiche, dalla scelta della terapia meno tossica, o meno invasiva, alla prevenzione, senza tralasciare la rapidità diagnostica e della giusta scelta terapeutica. La velocità potrebbe dunque realmente fare la differenza tra la guarigione e la sconfitta.

Che sia il primo passo verso una realtà medica che potremmo definire ibrida, ossia uomo-computer?

Per molti aspetti la tecnologia ha reso possibili terapie che qualche anno fa sarebbero state impensabili o altamente e pericolosamente invasive, con notevoli disagio per il paziente sia durante che nel post intervento. La differenza, in questa nuova ricerca, sta nell'ampliamento non della "manualità" umana o nella tecnica diagnostica, ma nella velata possibilità che un supercomputer possa, in poco tempo, suggerire la terapia vincente per la maggior parte dei casi di patologia oncologia, riducendo al minimo la possibilità di sconfitta.