Stanno diventando pericolosamente frequenti gli incidenti causati dalle moto e dalle macchine nelle gare di Ciclismo. Era già successo al Tour de France con Jakob Fuglsang, ancora alla Clasica di San Sebastian con Greg Van Avermaet. E’ successo ancora una volta ieri alla Vuelta Espana. Vittima dell’incidente è stato Peter Sagan, il campione slovacco della Tinkoff Saxo che aveva già vinto una tappa ed era il grande favorito nella giornata di ieri.
La caduta di Sagan
La caduta è avvenuta a 8 km e 300 metri dall’arrivo, quando Sagan era nel gruppetto che poi si è giocato la tappa in volata, ed in cui avrebbe avuto grandi chance di vincere nuovamente.
Una moto dell’organizzazione ha superato a grande velocità il gruppo sulla sinistra agganciando Sagan e facendolo ruzzolare rovinosamente a bordo strada, come si vede dal video.
Peter Sagan ha reagito sferrando un pugno alla macchina del medico e un calcio alla bicicletta. E’ poi ripartito con evidenti ferite alla gamba sinistra, concludendo la tappa in ritardo dopo essersela presa con un’altra moto della tv spagnola che lo stava riprendendo.
Il ritiro e la beffa della multa
Stamani Peter Sagan non ha ripreso la corsa, aggiungendosi alla già lunga lista dei ritirati di questa Vuelta Espana. Il suo obiettivo ora è quello di recuperare e presentarsi in ottima condizione ai Mondiali del prossimo mese.
Ma prima di lasciare la corsa ha ricevuto un’ultima beffa, una multa di 300 franchi svizzeri per la reazione avuta dopo la caduta, un comportamento che “lede l’immagine del ciclismo” come si legge nel comunicato della Vuelta Espana.
“Per me chi guida le moto non considera seriamente i rischi che corriamo noi corridori” si sfoga Sagan “Per fortuna le mie ferite non sono molto gravi, ma spero che questo incidente sia l’inizio di una serie di cambiamenti. Se fossi caduto da solo o con altri corridori lo avrei considerato parte del mio mestiere, ma cadere così è una cosa inaccettabile”. La Tinkoff Saxo intanto ha annunciato che sta studiando la possibilità di agire per vie legali contro le persone responsabili della caduta del suo corridore.