In un'intervista rilasciata alla famosa testata giornalistica tedesca Auto Bild Motorsport, oltre a parlare di attualità sulla Formula 1 2016 riguardo ai piloti e alle nuove regole introdotte, Jean Todt compie una divagazione sull'argomento, ricordando il suo esordio in Ferrari e i diversi problemi che fu chiamato a risolvere in quei complicati anni 90', facendo un confronto tra la Ferrari di ieri con le difficoltà avute da Schumacher al suo esordio con la Rossa e la Ferrari di oggi, che insieme ai piloti Vettel e Raikkonen deve compiere uno sforzo notevole per riuscire a competere ad armi pari contro la rivale Mercedes.

Todt ripercorre il passato 

Parlando di Schumacher e di Ferrari, nell' intervista si ritorna anche alle vicissitudini delle stagioni precedenti all'arrivo del Kaiser. Siamo agli inizi degli anni ’90, e nel 1993 Jean Todt sostituì Cesare Florio nella carica di Team Principal. Queste le parole di Todt nell'intervista: “La situazione era complicata. Gli italiani tendono a lamentarsi quando le cose non vanno e allora c’erano i motoristi che criticavano i telaisti e viceversa. Poi tutti erano d’accordo nello scaricare le colpe sui piloti”. Ovviamente come primo "rimedio" veniva naturale pensare di prendere un talento indiscusso del volante al posto dei meno blasonati Alesi e Berger: una soluzione ideale per mettere a posto, intanto, un primo tassello.

Ferrari-Senna, un accordo sfumato: ecco perché

La leggenda che ha sempre circolato tra gli appassionati era appunto che Ayrton Senna avrebbe voluto correre per la Ferrari: sarebbe stato pronto a rifiutare persino la Williams per poter indossare la tuta del cavallino rampante. Venne scelto però nel 1990 Alain Prost e "silurarono", sempre secondo ciò che narra la leggenda, anche l'ex Team principal Cesare Fiorio che avrebbe voluto Senna a tutti i costi.

Non solo Cesare Fiorio ma anche Todt voleva Senna in Ferrari. Nel 1993, al debutto di Todt a capo della direzione sportiva ci fu un colloquio tra lui e Senna: “Fu una lunga conversazione – ha ricordato l'attuale presidente FIA- rimasi affascinato dal suo carisma ma non potei prenderlo con noi dato che, in vista del 1994, c’erano già sotto contratto Jean Alesi e Gerhard Berger.

Fu lui a dirmi che in Formula 1 i contratti non hanno valore ma io non sono d’accordo con questa visione e non riuscimmo più a trovare una soluzione in vista del 1995 dato che lui scelse di andare in Williams“. Un accordo sfumato, che ha cambiato notevolmente il corso degli eventi, come ben sappiamo.

Un paragone Vettel-Schumacher? Non si può fare

Come Schumacher è stato un grande campione che ha portato al dominio assoluto della Ferrari dal 99' al 2004, anche Vettel può ripercorrere la stessa strada, ma la sua strada non è così ripida come quella che aveva dovuto affrontare Schumi. "Sebastian è un leader, un corridore fantastico, ma soprattutto è ancora molto giovane. Se rimane motivato può anche vincere nove campionati ", commenta Todt. "Un paragone fra lui e Michael?

Non si può fare. Quando ho iniziato alla Ferrari, in una scala da uno a dieci la scuderia stava a tre; quando è arrivato Vettel stava a sette".

Con la stagione 2016 ormai alle porte, Sebastian Vettel deve riuscire a colmare l'ormai sempre minore gap prestazionale rispetto alla Mercedes. Il biondo ha in comune molti tratti con Schumi, la nazionalità tedesca, la grande bravura, il talento e la possibilità di correre per la scuderia italiana ambita dalla maggior parte dei piloti. Non ci rimane che attendere l'inizio della stagione con il Gran Premio d' Australia per avere la prova concreta del lavoro svolto in Ferrari nei mesi passati.