Il mondo delle P.IVA è interessato da molti cambiamenti in questo periodo. Ricordiamo l’articolo del Sole24ore di qualche giorno fa che ha pubblicato in anteprima la riforma fiscale del Governo che interessa tutti i contribuenti che hanno PIVA ( artigiani, piccoli commerciati e professionisti). Proprio perché prevede l'abolizione degli studi di settore e l’introduzione di una flat tax, l'Imposta sul reddito dell’imprenditore (Iri).

La tassazione da progressiva (Irpef) dovrebbe diventare proporzionale come per l’Ires. Sono poi previste una serie di semplificazioni fiscali innanzitutto perché si vuole abolire lo spesometro. Sarà inoltre cancellato l’obbligo di comunicazione annuale delle informazioni di cui l’Agenzia delle Entrate è già in possesso perché trasmesse negli anni precedenti, eccezion fatta per le eventuali variazioni.

Ma come si apre e quanto costa oggi aprire una PIVA ?

Premesso che dal 1° gennaio 2016 sono cambiati i regimi fiscali per l'apertura di una P.IVA, illustreremo le principali modifiche intervenute e come aprire una Partita IVA con il nuovo regime.

Sia gli imprenditori, sia i commercianti, sia tutti i liberi professionisti iscritti in un Albo o in un Ordine possono aprire infatti una P.IVA. Il tutto in modo semplice e assolutamente gratuito, con un’apposita dichiarazione. Se si tratta di società il modello è AA7/7, per le ditta individuale e lavoratori autonomi il modello è AA9/7. Entrambi i modelli si possono stampare dal sito dell’Agenzia delle Entrate. Devono essere poi presentati presso ufficio competente per territorio con apposito documento di riconoscimento. La trasmissione può avvenire con invio telematico, o con una raccomandata A/R. Occorre poi scegliere il codice ATECO che si riferisce alla specifica attività economica, che è composto da numeri e lettere.

Il titolare di PIVA deve poi scegliere fra regime semplificato di tassazione ovvero il forfettario 2016 e quello di contabilità ordinaria. Dopo che si sono espletati tali passaggi burocratici, l’ufficio provvede ad assegnare il numero di Partita IVA, che non cambia fino alla fine dell’attività. Quindi il nuovo titolare di PIVA deve andare all’INPS per aprire la propria posizione previdenziale. Benché l’apertura della partita IVA è gratis sono previste però una serie di spese di mantenimento. Il titolare di PIVA che aderisce al regime forfettario è soggetto ad una tassazione agevolata del 5% per i primi 5 anni. Al sesto anno l’aliquota sale al 15% dal sesto anno, mentre i contributi INPS gravano per il 27% sul reddito.

Il contribuente che invece aderisce al regime di contabilità ordinaria deve guadagnare abbastanza al fine di poter sostenere tali spese di gestione. L’iscrizione della ditta alla Camera di Commercio è inoltre subordinata al pagamento di una quota che si aggira attorno ai 100 euro l’anno; e ai contributi INPS. Occorre poi presentare una dichiarazione dei redditi e provvedere al pagamento delle imposte Irpef e Irap. Quindi se il reddito non supera i 5 mila euro annui è meglio valutare bene se aprirla o meno poiché le spese di gestione potrebbero penalizzare i relativi guadagni. Inoltre occorre ricordare gli  obblighi fiscali che il titolare di Partita IVA deve rispettare, tra cui quello compilare i registri contabili (se si sceglie il regime ordinario di tassazione) e di emettere fattura. Per restare sempre aggiornati su tali argomenti potete premere il bottone segui accanto al nome dell'autore.