Un duro colpo per il gestore Wind potrebbe arrivare dalla decisione del Tribunale di Roma, che ha emesso una ordinanza datata 17 marzo del 2016, con la quale ha giudicato 'ammissibile' la richiesta giunta dalla Associazione Codici Onlus, con la quale si prospettava una class action contro il gestore di telefonia mobile. Le ragioni delle pretese dei clienti wind nasce da un fatto che risale al 13 giugno del 2014, quando i clienti di rete fissa e mobile della Wind furono costretti a subire un vero e proprio blackout delle proprie utenze per una durata di circa 8 ore.
In pratica, diversi milioni di utenti rimasero totalmente isolati e privi delle possibilità di potere comunicare attraverso i propri apparecchi telefonici, fissi e mobili.
Nonostante le scuse del gestore, arrivate pochi giorni dopo, esplose la polemica degli utenti sui social, e il malcontento venne 'raccolto' dalle associazioni dei consumatori e si concretizzò in una azione legale mirata ad ottenere un rimborso per il pregiudizio subito. Una azione legale, il cui esito è giunto proprio il 17 marzo di quest'anno, con il tribunale di Roma che ha appunto dichiarato ammissibile l'azione di classe nei confronti di Wind per ottenere un rimborso collettivo.
Ecco come aderire alla class action
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha chiarito che è possibile aderire alla class action, entro e non oltre la data del 27 settembre di quest'anno. L'atto di adesione va depositato presso la cancelleria della decima sezione civile del palazzo di giustizia romano. Nell'ordinanza emessa dal tribunale capitolino si legge anche che la pubblicità della class action contro Wind deve essere effettuata obbligatoriamente presso il giornale 'La Repubblica' e sui siti internet del Tribunale di Roma e del ministero competente.
Con la class action, è possibile ottenere la tutela dei diritti collettivi, partecipando ad una azione legale di massa, a costi ridotti. Una volta emessa la sentenza, tutti coloro che hanno partecipato all'azione legale collettiva possono goderne degli effetti giuridici in modo ripartito.