Un assioma fondamentale del mondo dello spettacolo, uno dei tanti, è che ci sono le dovute differenze nel modo in cui è lecito comportarsi mentre le telecamere riprendono e durante il fuori onda, ma ci sono comunque dei limiti. Un altro assunto del mondo dell'intrattenimento è che lo spettacolo continua, anche se per pochi. E sebbene il pubblico sugli spalti sia meno numeroso di quello che assiste da casa, è lo stesso pubblico che assolve al maggior numero di compiti: sostiene il presentatore applaudendo fa semplicemente numero andando a riempire dei posti che senza lo stesso pubblico resterebbero tristemente vuoti.

Ed è intollerabile che a non averlo compreso sia un presentatore dotato di esperienza e talento quale Flavio insinna.

Il fatto di qualche mese fa

Qualche mese fa, il famoso conduttore televisivo dell'altrettanto famoso programma “Affari tuoi” è stato ripreso da “Striscia la notizia” per dei fuori onda durante i quali non ha proprio dato il meglio di sé. In quei fuori onda il presentatore imprecava e insultava il pubblico. E il 24 Maggio scorso si è ripresentato un caso simile che tona a coinvolgere Flavio Insinna con questa storia di rabbia e indecenza che quasi fa sembrare il palcoscenico televisivo del programma un incubo holliwoodiano nel quale, tra i banchi di scuola di un anonimo liceo americano il ragazzo più carismatico fa il bullo con i suoi compagni.

Il presentatore, che in linea teorica aveva il compito di fa sentire a proprio agio il pubblico, ipotizza di usare violenza contro uno spettatore.

Un lauto risarcimento

Oltre ad aver causato un calo d'immagine alla televisione italiana, fin qui niente di grave o di nuovo sotto il sole, ha provocato un calo del fatturato allo sponsor di cui è testimonial, Brio Blu Rocchetta. Così, la Congedi International, la spa che commercializza e distribuisce il noto marchio ha pertanto chiesto al conduttore televisivo la somma ragguardevole di oltre due milioni di euro senza considerare i 275 mila euro che Flavio Insinna percepiva ogni anno per rappresentare il marchio. All'opzione di una causa civile, si è preferita quella dell'arbitrato, molto più rapida.

La società ha già scelto il proprio arbitro e ora toccherà ad Insinna fare lo stesso. Ma a prescindere dal modo nel quale si concluderà questa vicenda, l'unico grande augurio che resta da fare è che casi di questo genere non si ripropongano nel mondo dello spettacolo e che il pubblico di "Affari tuoi" possa finalmente godersi una serata di intrattenimento senza sentirsi insultato.