Sarà estremamente difficile, se non impossibile, poter osservare nel cielo la nuova luna scoperta da Farid Char, della Chilean University di Antofagasta (Cile). Per essere del tutto corretti, è doveroso precisare che il corpo celeste non è un vero e proprio satellite, ma è stato definito un "quasi-satellite", cioè un corpo celeste che si comporta in maniera molto simile a un satellite, la cui orbita però non interessa solo il pianeta Terra, ma anche la nostra stella: il Sole.

La nuova luna, avente un diametro che va dai 90 ai 200 metri, è stata chiamata 2014OL339, e ruota contemporaneamente sia intorno alla Terra (che a sua volta tende a respingerla), che intorno al Sole. La sua orbita è estremamente ellittica ed irregolare, e il suo tempo di rivoluzione attorno al Sole è tale e quale a quello terrestre, ovvero 365 giorni. Benché sia oggetto di una recentissima scoperta, è stato calcolato che, la nostra nuova luna, è entrata nell'orbita terrestre ben 775 anni fa. Il fatto che non sia da sempre presente in orbita, a differenza della nostra "fedele" Luna, fa trarre la logica conclusione che non ci resterà per sempre.

Infatti, secondo gli astrofisici, che hanno studiato e continuano a studiare il corpo celeste 2014OL339, ritengono che questo lascerà in maniera definitiva l'orbita terrestre tra circa 165 anni. Dove andrà quando lascerà la Terra? Impossibile da prevedere, ma esiste la probabilità che rimanga nelle "vicinanze" della Terra per diverse migliaia di anni.

L'ultimo di quattro

Non tutti ne sono a conoscenza, ma 2014OL339 non è il primo "quasi-satellite" che orbita intorno al nostro pianeta. Infatti, al momento, ne sono conosciuti almeno altri tre che rimarranno in nostra compagnia ancora per diversi secoli. La Terra non è l'unico pianeta ad avere dei quasi-satelliti: date le loro ridotte dimensioni, è estremamente complicato scoprirne di nuovi.

Attualmente gli astronomi sono a conoscenza della certa esistenza di quasi-satelliti nell'orbita di Venere, Giove e Nettuno. Non è da escludere che anche altri pianeti ne abbiano, e non è neppure da escludere che ne abbia altri anche la nostra Terra.