L'Ebola sta mietendo vittime in molte zone dell'Africa e, come se non bastasse, ad aggravare la già di per sé difficile situazione ci si mette anche l'uomo. Infatti, otto persone sono state crudelmente assassinate a colpi di machete da parte di una folla a dir poco inferocita. Questo è successo nel villaggio di Womè, in Guinea. A diffondere per primo la notizia è stato il primo ministro della Guinea, Mohamed Saïd Fofana. Tra le otto persone che sono state uccise, cinque erano operatori sanitari e stavano rischiando la loro vita per salvarla ad altri; le restanti tre persone uccise erano giornalisti radiofonici guineani. La squadra di medici era in missione in Guinea per insegnare e sensibilizzare gli abitanti di diversi villaggi ai rischi del virus Ebola.

Dove è nato il raptus di gruppo

Questa è la prima volta che si registra una tragedia simile, legata all'Ebola, in queste zone. Già in precedenza, sin dagli albori della scoperta del virus letale, l'idea comune della gente del posto è sempre stata quella di credere che l'Ebola sia una malvagia invenzione "dell'uomo bianco". Più che ci si addentra nei villaggi rurali, quelli più interni dell'Africa occidentale, e più che questa credenza, o per meglio dire questa superstizione, è sentita molto di più dalle persone del posto; e questa volta la superstizione ha superato ogni sano e logico limite, facendo diventare una folla di poveri agricoltori in feroci carnefici d'innocenti. L'esasperazione e la pressione della superstizione collettiva, aggiunta al profondo dolore e all'immensa angoscia per la perdita dei loro cari, ha trasformato persone umili e notoriamente ospitali in cruenti assassini.

Aggiornamenti dall'Oms

Dalle Nazioni Unite, il direttore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Margaret Chan, ha lanciato il forte allarme di "minaccia alla pace e alla sicurezza mondiale" da parte di questa inarrestabile crisi provocata dall'Ebola. La stessa Chan precisa che tutto questo non è da considerare semplicemente come "un'emergenza sanitaria, ma una vera e propria crisi umanitaria, economica e sociale". Coerente al pensiero del direttore dell'Oms, il presidente degli Stati Uniti ha annunciato che saranno presto inviati altri 3000 soldati americani nelle zone interessate dal virus Ebola per dare sostegno alle popolazioni colpite.