La situazione dell’Amazzonia sta attirando preoccupazioni da tutto il mondo. Vasti incendi devastano il territorio, i dati sono preoccupanti. Le foreste bruciano come mai prima negli ultimi cinque anni in Brasile. Tra gennaio e lo scorso 19 agosto, il paese ha registrato un aumento dell'83% degli incendi rispetto allo stesso periodo del 2018, con 72.843 focolai fino ad oggi.

I dati provengono dal National Institute for Space Research (INPE), che monitora la deforestazione utilizzando immagini satellitari, screditato dal presidente Jair Bolsonaro, che ha persino messo in dubbio la veridicità dei dati sulla deforestazione dell'istituto. Nel frattempo il fuoco sta progredendo anche nelle aree protette: 68 incendi sono stati registrati nei territori indigeni e nelle aree di conservazione solo questa settimana, la maggior parte nella regione amazzonica. Gli indigeni locali lanciano un appello disperato al mondo: “Stanno distruggendo la nostra fonte di vita”.

Il WWF dichiara espressamente: "A causa della deforestazione, la foresta amazzonica nel territorio brasiliano sta perdendo una superficie equivalente a oltre tre campi da calcio al minuto e siamo sempre più vicini a un punto di non ritorno per quello che, non solo è il più grande serbatoio di biodiversità del Pianeta, ma rappresenta uno dei pilastri degli equilibri climatici”.

Mentre la situazione in Amazzonia continua a preoccupare il pianeta, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro invia un’accusa verso le Ong ambientali, additate di essere implicate nell’ondata degli incendi forestali che sono avvenuti in Brasile.

Intanto la polemica continua via Twitter, dove si è scatenato uno scontro tra Emanuel Macron e Jair Bolsonaro sulla situazione dell'Amazzonia: il presidente francese dichiarato una crisi di livello internazionale rappresentato dagli incendi forestali in Brasile e ha reclamato al G7 di iscrivere la questione nell'agenda del suo vertice, ma il presidente brasiliano non è stato dello stesso accordo, rilanciando con un tweet dichiarando: “Il governo brasiliano rimane aperto al dialogo, basato su dati oggettivi e rispetto reciproco.

Il suggerimento del presidente francese di discutere le questioni amazzoniche al G7 senza la partecipazione dei paesi della regione evoca una mentalità colonialista fuori luogo nel 21° secolo”.

Bolsonaro ha ammesso che i proprietari agricoli potrebbero essere responsabili dell'ondata di incendi forestali nel paese, ma ha continuato a colpevolizzare le ong ambientaliste, anche se non sono presenti prove che dimostrino la loro colpevolezza. Intervistato riguardo le sue insinuazioni dirette verso le ong - definite “assurde e irresponsabili” dagli ambientalisti - Bolsonaro ha risposto che "possono essere stati i 'fazendeiros', tutti sono sospettati", ma ha aggiunto subito che "i sospetti principali sono puntati verso le ong".

Gli incendi dal satellite

Il fumo che ha devastato l’Amazzonia è ben visibile anche dallo spazio e ne ha catturato le immagini grazie al satellite Sentinel 3, del programma europeo Copernicus, e il satellite Suomi della Nasa. Le foto di Suomi mostrano il fumo e gli incendi che si estendono dagli stati brasiliani, tra cui quelli di Amazonas, Mato Grosso, fino alla Rondonia.

La NASA, l'agenzia spaziale americana, ha anche catturato l'aumento degli scoppi di incendi nel Nord e nel Midwest, che hanno formato un corridoio di fumo che ha raggiunto il sud-est. Lunedì – 19 agosto - la città di San Paolo si è dapprima oscurata, in seguito l'acqua piovana raccolta dai residenti aveva un colore grigio e un forte odore di fumo.