Il Genoa cede contro un’Inter premiata oltre i suoi meriti grazie a una punizione di Ljajic su cui Perin avrebbe forse potuto fare di più. Nel finale, col Grifone in superiorità numerica a seguito del rosso a D’Ambrosio, Giacomelli ha negato al Genoa due punizioni dal limite, addirittura ammonendo Perotti scalciato da Miranda per simulazione. Finisce 1-0.

Gasperini attende

Gasperini ha impostato una gara attendista, anche troppo contro un’Inter che dava l’impressione di essere  padrona del campo ma non in serata di grazia.

Nonostante la supremazia territoriale, i nerazzurri nella prima frazione hanno costretto Perin a un miracolo a pochi minuti dalla fine su un tiro ravvicinato di Ljajic e, poco dopo, con un’altra occasione del serbo dopo una serpentina conclusa a lato. Nella prima mezz’ora Inter poco pericolosa se si eccettua una conclusione di Melo (finito in ospedale per una testata con un compagno) dopo pochi minuti. Genoa non pervenuto, tutto dietro per proteggere il pari a differenza dell’atteggiamento spregiudicato di domenica col Carpi. Gasperini, privo tra gli altri di Pavoletti, Dzemaili e Tachtsidis, ha schierato Lazovic e Perotti a sostenere Gakpè, in realtà isolatissimo.

Perin salva e tradisce

Se Perotti nel primo tempo si è distinto in fase difensiva è netta l’involuzione di Lazovic sostituito da Capel nella ripresa, prima dell’ingresso di Cissokho. Prima di lui, dentro Pandev in condizione imbarazzante. La ripresa ha visto il Genoa subire goal nel suo miglior momento, quando stava cercando di abbozzare qualcosa con Perotti ispirato che, al settimo, dopo una discesa sulla sinistra mette un traversone per Figueras, tiro potente e parata di Handanovic. Nel Genoa, oltre a un ottimo Perotti, si è distinto ancora una volta Ansaldi, preciso in difesa e propositivo se c’è da impostare. In generale molto bene il pacchetto arretrato che non ha consentito mai all’Inter di presentarsi uno contro uno con Perin.

Portiere che, dopo il prodigio nel primo tempo su Ljajic, si è arreso al serbo una palla inattiva, questione insoluta del Genoa di quest’anno. Minuto 15 della ripresa, cross dalla sinistra e palla in rete senza deviazioni. Un goal che ai genoani non ha potuto non far tornare in mente – con qualche brivido – le reti che era solito incassare Gazzoli in altre categorie.

Genoa, scherzi col fuoco

Categorie dove il Genoa rischia nuovamente di imbattersi se non modificherà a gennaio una squadra che, pur contando su buone individualità, ha lacune che non possono essere sottovalutate: l’assenza di una vera alternativa a Pavoletti, il rendimento scadente di Costa, la necessità di far giocare sempre Laxalt per il mancato arrivo di un laterale sinistro e la difficoltà a raggiungere l’area avversaria - contro chiunque – oltre al fatto di subire quasi sempre almeno una rete, stanno facendo sprofondare una squadra non eccelsa ma neppure da buttare verso un campionato di profilo basso o peggio.

La sensazione è che il Carpi abbia segnato un confine e l’atteggiamento da piccolissima con cui il Genoa si è presentato a San Siro fa credere che il ‘gasperinismo’ sia a un punto di non ritorno. Se poi all’orizzonte con Calabrò, la benedizione di Toti e della politica, ci fosse anche Spinelli come riportato dal Secolo XIX, la sconfitta di Milano e la classifica deficitaria passerebbero in secondo piano. Ora col Bologna uno scontro diretto – emiliani terz’ultimi a -3 dal Genoa - e ai genoani non resta che sperare nella vittoria del Napoli in questo turno.