Una foto inedita, e parecchio datata: i due enfant prodige bianconeri Alessio Tacchinardi e Alessandro Del Piero, poco più che ventenni, sorreggono (non senza fatica..) i due massimi trofei per squadre di club. Infatti, nell'anno di grazia 1996 la Juventus riuscì a laurearsi in pochi mesi, per la seconda volta nella sua storia, campione d'Europa e campione del mondo in rapida successione.

A distanza di vent'anni da quel grandioso, per i colori bianconeri, 1996, la Juventus riprova per l'ennesima stagione la scalata alla cosiddetta 'Coppa dalle grandi orecchie'. Una coppa che ha riservato lustro e grandi emozioni a tutti i tifosi juventini, ma anche cocenti delusioni, e sopratutto un record assoluto di finali perse (6) nella massima competizione europea per club.

Vediamo ora di analizzare lo stato dell'attuale stagione bianconera, con un occhio particolare alla marcia di avvicinamento alla finale di Cardiff 2017. Il mercato estivo è stato di grande impatto, quasi non da Juventus.

A mio modesto parere una campagna acquisti non azzeccatissima sul piano tecnico e tattico (mancanza di un regista puro e di una seconda punta vice-Dybala in primis con Pjaca piena incognita dato che non si è quasi mai visto all'opera), ma caratterizzata dall'inequivocabile volontà da parte del club di lanciare un messaggio forte e chiaro, ai media e alla concorrenza europea: siamo qui per vincerla, non per partecipare.

Come già detto, può essere discutibile il metodo, come pure sarà da testare nel tempo la sua reale efficacia, ma quest'anno la società sembra dare la netta impressione di non voler recitare il ruolo dell'under dog, come amano dire gli americani, ma di voler essere protagonista costante, e se possibile vincente.

Una squadra che prima ancora di scendere in campo, vuole far sentire il peso della sua storia, della sua ritrovata potenza economica e politica: una Juve che vuole sentirsi legittimamente alla pari delle due big spagnole, del Bayern e delle nuove potenze Psg e Manchester City.

Ecco perchè i ko in campionato devono essere sicuramente letti anche in quest'ottica: le distrazioni di Bonucci e la squadra quasi vuota di Marassi, così come il turnover e i passaggi a vuoto con Inter e Milan sono figlie della scelta fatta ad inizio stagione: quest'anno precedenza alla Champions League.

Limitandoci alla stretta attualità tutto ciò può apparire un azzardo, anche se in parte giustificato dalla messe di titoli conquistati in patria.

Optando però per un punto di vista a più ampio raggio, a lungo termine, potrebbe dimostrarsi questa la via giusta, quella che può portare al successo più grande.

Una coppa agognata da milioni di persone: partendo dal capitano di lungo corso Buffon, passando per il quarantenne che ha ancora Del Piero nel cuore, per finire con il Millenial con la cresta e la maglia di Higuain addosso.