Il Milan sta lottando contro tutto e tutti per strappare un posto nella Champions League 2019/2020. Una lotta anche contro se stessa da parte di una squadra che non ha serenità, vuoi la poca concentrazione, vuoi la mancanza di certezze per il futuro, insomma uno spogliatoio che non ha più la fame di qualche mese fa, quando lottando ha conquistato quel terzo posto per il quale avrebbe dovuto dare tutto per tenerselo.

La gara di ieri contro il Bologna ha, ancora una volta, mostrato le difficoltà di Gattuso nel gestire molti giocatori: si tratta di una mancanza del tecnico o di una mancanza di professionalità dei suoi giocatori? Non ci è dato sapere, ma il problema c'è ed è reale.

La lite tra Gattuso e Bakayoko

La lite avvenuta ieri in panchina è un esempio di come, alcuni elementi, abbiano abbandonato il proprio condottiero. C'è una controversia che vede i due in forte contrasto, il giocatore dice di non aver mai rifiutato di entrare in campo, dopo l'infortunio di Biglia, ma di essere stato offeso dal mister e tenuto in panchina a favore di Josè Mauri.

L'allenatore calabrese, ammette delle discordie con il giocatore e annuncia che sarà lui a parlargli in privato per trovare una soluzione.

In settimana c'erano già state "rappresaglie" tra i due, il ragazzo si è presentato con un ora e mezzo di ritardo all'allenamento e l'allenatore aveva optato per il ritiro punitivo della squadra, cosa che a quanto pare è servita, almeno per agguantare i 3 punti contro il Bologna, una formazione che mostra un ottimo stato di forma e che non è stato facile battere. Proprio Bakayoko era stato lasciato in panchina dal primo minuto come punizione per il suo comportamento, a favore di Biglia, che ha lasciato il campo anzitempo e lo stadio con le stampelle, un infortunio che mette in allarme allenatore e società per le ultime tre gare e per la rincorsa al piazzamento Champions.

Cosa succede nello spogliatoio del Milan

Le difficoltà si palesano da tempo. Ricordiamo tutti la lite tra Kessie e Biglia nel derby, i due litigarono all'uscita dell'ex Atalanta dal campo, con il mister costretto a rispondere dell'accaduto in conferenza stampa, già in quell'occasione le parole di Gattuso furono chiare: "Qui non siamo all'asilo", sentore che qualcosa nello spogliatoio non andava e che la professionalità dei suoi ragazzi iniziava a scarseggiare.

Quindi il brutto gesto di Kessie e Bakayoko contro la Lazio, con la maglia di Acerbi sfruttata come trofeo per i tifosi. Gesto che fu condannato dall'allenatore, ma banalizzato dalla società pronta a prendere le difese dei due. Non possiamo sapere se questa giustificazione gli abbia fatto perdere credibilità agli occhi dello spogliatoio, ma sicuramente non ha aiutato a cambiare le cose, visti gli atteggiamenti attuali.

Ultimo fra tutti quello di Paquetà, che proprio contro il Bologna ha salutato il campo anzitempo, per l'espulsione rimediata dopo un brutto gesto contro l'arbitro che lo aveva, semplicemente, ammonito per il fallo commesso.

Se vorrà il Milan vorrà giocarsi la proprie carte in questo rush finale di campionato - le ultime tre partite saranno particolarmente delicate - mister Gattuso dovrà ora dare una svolta, in particolare all'aspetto nervoso, comportamentale ed emotivo della squadra.