Il Milan è entrato in una grave crisi di gioco e risultati. La sconfitta in Supercoppa Italiana contro l'Inter (uno 0-3 senza repliche) ha messo in risalto ed evidenziato tutti i problemi degli uomini di Pioli che erano già emersi nelle ultime sfide.

La partita contro i cugini ha mostrato gravi difficoltà in tutti i reparti del campo, dalla difesa all'attacco. Giocatori apparsi svogliati, stanchi e con poca lucidità mentale.

Un atteggiamento rinunciatario quello dei Campioni d'Italia nel match di ieri sera, che adesso sono chiamati a tirare una linea e ripartire.

Tutti i motivi della crisi del Milan

Le ultime gare hanno evidenziato una drastica involuzione rispetto allo scorso anno: i primi segnali di cedimento si erano visti già in questo inizio di campionato, dove però gli uomini di Mister Pioli avevano portato a casa risultati importanti come la vittoria nel derby e quella contro la Juventus riuscendo anche a centrare la qualificazione agli ottavi di Champions League. Poi il tracollo in questo inizio di gennaio, iniziato dal minuto 87 del match di San Siro contro la Roma, con l'incornata di Ibanez prima e il tap-in vincente di Abraham poi che sembrano aver cancellato tutte le certezze dei rossoneri.

Dopo quel 2-2 sono infatti arrivati il 2 a 2 di Lecce in Serie A e le sconfitte in Coppa Italia e Supercoppa contro Torino e appunto Inter.

La crisi del Milan parte dalle colonne e arriva al mercato

Un filotto così negativo Pioli e il Milan lo avevano sperimentato solo nel febbraio 2021, quando conquistarono due punti in quattro partite. Ma quello degli scorsi anno era ancora un Milan in costruzione, nulla a che vedere con quello di questa annata, che avrebbe dovuto trarre nuovi benefici dalla vittoria dello scudetto prima e dai nuovi arrivi poi. Proprio il mercato è stato uno dei punti chiave (in negativo) di quest'anno. Nessuno degli acquisti della sessione estiva 2022 ha però convinto: a partire da De Ketelaere fino ad Origi, passando per Adli e Vranckx.

Tutti giocatori impiegati col contagocce da Pioli che evidentemente non giudica affidabile il loro rendimento. La dirigenza ad ogni modo è stata chiara dato che per bocca di Maldini ha sottolineato che a gennaio non si muoverà nulla in ottica mercato. E allora la risalita dovrà passare dal materiale attualmente a disposizione: i rientri di Origi e Rebic dovranno servire per dare riposo a chi finora ha giocato di più ed incrementare il numero di alternative a disposizione di Pioli che attende ancora una fioritura di Charles De Ketelaere, il più grande investimento della scorsa estate fin qui a secco però di reti o assist.

Anche il rendimento dei titolarissimi Hernandez e Giroud da dopo il rientro dal Mondiale non è assolutamente in linea con quello fornito in precedenza, segno evidente di come le scorie fisiche e mentali della kermesse qatariota siano ancora lì a farsi sentire.

"Lavorare meglio è l'unica cosa che possiamo fare" ha sentenziato ieri sera il tecnico Pioli al termine del match contro l'Inter.