Nel corso di precedenti contributi, abbiamo più volte sottolineato come il 2014 dal punto di vista della fiscalità si vada sempre più caratterizzando per le abbondanti novità introdotte: ad essere colpito in particolare l’universo di locatori e locatari, con il capitolo Affitti 2014 ad aver attratto l’attenzione dell’amministrazione finanziaria, più che mai decisa a contrastare il fenomeno dei pagamenti in nero.
Proprio con l’intento di perseguire questo obbiettivo, la legge di Stabilità 2014 all’art.1 comma 50, statuiva il divieto assoluto nell’utilizzo del contante per pagare affitti e canoni di locazione, con ciò scatenando l’ira di numerosi contribuenti che pur non avendo infranto nessuna legge si vedevano costretti a ricorrere a metodi di pagamento alternativi.
Una nota rilasciata dal Dipartimento del Tesoro in data 5 febbraio e diffusa da pochi giorni ha però riformato completamente il quadro, prevedendo la possibilità di pagare gli affitti in questo 2014 anche in contanti, seppur al di sotto di certe limitazioni.
Facciamo allora il punto sul caso Affitti 2014, vedendo in che misura è consentito poter pagare in contanti, quali sono le sanzioni in caso di trasgressione e di quali vantaggi si potrebbe fruire optando per l’uso della cedolare secca.
Pagamento Affitti 2014, il Dipartimento del Tesoro elimina il divieto d'uso dei contanti: vediamo limiti e sanzioni
Con riferimento agli affitti 2014, la normativa antiriciclaggio prevede l’obbligo di utilizzare metodi di pagamento tracciabili per importi superiori a 1.000 euro, ma questa norma era stata ‘scavalcata’ dall’entrata in vigore della Legge di Stabilità, che come accennato prescriveva l’assoluto divieto dell’uso di contanti.La nota interpretativa rilasciata dal Tesoro cui si faceva cenno prima riabilita nella sostanza la normativa antiriciclaggio: è consentito il pagamento in contanti per importi al di sotto dei 1.000 euro, il tutto senza temere le sanzioni precedentemente previste (si andava dall’1 al 40% dell’importo in questione con un minimo di 3.000 euro). La nota del tesoro sana in definitiva tutti i casi di pagamenti in contanti sotto i 1.000 euro avvenuti a partire dal mese di gennaio; le sanzioni restano invece immutate per chi trasgredisce la norma utilizzando i contanti per importi superiori alla soglia individuata come limite.