Tutta la sicurezza del mondo non può aiutarvi se qualcuno ha fisicamente in mano il vostro cellulare o il computer, e vi obbliga a dire qual è la password di accesso. È ciò che è accaduto qualche settimana fa ad un cittadino americano che rientrava a casa dopo un viaggio all'estero.

La polizia di frontiera può chiedere la password

Il 30 gennaio, Sidd Bikkannavar, uno scienziato americano che lavora presso il laboratorio di propulsione della NASA stava tornando a Houston con un volo in partenza da Santiago, in Cile.

Durante i controlli di routine in aereoporto la Polizia lo ha preso da parte. Lo hanno perquisito prima, poi lo hanno rinchiuso in una stanza con altre persone che dormivano per terra.

Sono poi tornati e gli hanno comunicato che lo avrebbero rilasciato se lui avesse comunicato la password del suo telefono. Bikkannavar ha spiegato che il suo telefono era di proprietà della NASA e al suo interno c'erano dati sensibili e informazioni riservate, ma le sue parole non sono state prese in considerazione. Ha così inserito la password e gli agenti sono usciti portando con sè il suo telefono sbloccato.

Un'ora e mezza dopo sono tornati, gli hanno restituito il cellulare e lo hanno rilasciato.

C'è poco da discutere sulla legalità della questione e su cosa possa essere successo nella mezzora in cui il telefono dello scienziato è stato alla mercè di perfetti sconosciuti.

I vostri telefoni non sono un posto sicuro

Pensate a cosa potrebbe succedere a voi, a tutte le app che avete sul vostro telefono. Email, Facebook, Dropbox, il vostro browser. La storia di tutto ciò che avete fatto - tutto ciò che avete cercato, e tutte le vostre conversazioni - è tutto lì, in quelle app. Quante cose potenzialmente incriminanti avete in giro per casa? Se siete come la maggioranza delle persone, la risposta probabilmente è zero. E la polizia dovrebbe avere un mandato e un ragionevole motivo prima di potersi infilare in casa vostra per perquisirla.

Ciò che spaventa, in questa storia, è che chiunque può essere fermato e costretto a dare visione della propria vita digitale. Alcune compagnie producono software che possono archiviare tutte le vostre foto, contatti, password, email in qualche minuto. I loro clienti di solito sono forze di polizia di diversi Stati, militari, e servizi segreti. Possono utilizzare questi software per archiviare tutto ciò che c'è da sapere sul vostro conto. Serve solo la password.

Cosa può succedere se vi capitasse ciò che è accaduto allo scienziato? Pensate a tutti i vostri contatti: quante sono le possibilità che uno di loro possa - o abbia - commesso un crimine? Avete mai scattato una foto ad una manifestazione di protesta, o magari acquistato un libro controverso?

Quella informazione fa ormai parte della vostra cronologia e può essere tirata fuori come prova contro di voi se mai finiste in Tribunale.

Se questo atteggiamento non è previsto per la polizia locale, lo stesso non vale per quella di frontiera, che può chiedere l'accesso al vostro device. La soluzione non è comoda ma sembra diventare indispensabile. Lasciare il telefono a casa quando si effettuano voli internazionali e affittarne uno al vostro arrivo.